Premio internazionale della bontà al Claun Pimpa: “So che nel mondo c’è tanta gente buona”
Bloccato in Italia dalla pandemia, Marco Rodari sta girando per l'Italia portando i suoi sorrisi nei luoghi più difficili
C’è anche Marco Rodari, in arte Claun Pimpa, tra i protagonisti del Premio Internazionale della Bontà 2020. Da vent’anni, il Comitato della Croce di Cavarzere di Arezzo assegna un riconoscimento a chi si è distinto particolarmente in azioni volte alla solidarietà o verso chi soffre.
Oltre allo speciale “Premio Internazionale della Bontà 2020” assegnato a Filippo Cogliandro, di Reggio Calabria, cuoco stellato, che unisce la passione per la cucina con i valori di solidarietà e accoglienza, tanto da ospitare nella sua famiglia due ragazzi vittime della crudele realtà degli sbarchi, la commissione ha voluto riconoscere anche l’attività che da anni il Claun Pimpa porta avanti negli ospedali, soprattutto pediatrici, ma anche in Medio Oriente, nelle zone martoriate dalle guerre come la Palestina o la Siria, dove arriva con il suo naso rosso e la sua Associazione ‘Per Far Sorridere il Cielo’, tra le macerie delle città a regalare risate ai bambini.
« È un premio speciale – commenta Marco Rodari – perchè mi ha permesso di raccontare la mia esperienza ma, più importante, di ascoltare storie di altre persone, impegnate a dare una mano, ad aiutare in modo gratuito. È stato davvero belle vedere quante esperienze positive e di grande valore ci siano in Italia. Gli altri premiati erano tutte persone più grandi di me, uomini e donne che da una vita si spendono per chi è in difficoltà».
L’estate di Marco Rodari è un po’ anomala. Bloccato in Italia a causa del Covid19, sta girando per le regioni: « Sto andando a trovare le realtà che mi sostengono nella mia missione e con cui ho lavorato in passato. Sono stato tra i bambini del quartiere Zen di Palermo con un’associazione di volontariato, sono stato a Castelvortuno dove 17.000 invisibili vivono e lavorano nei campi. Sono stato in mezzo ai loro bambini per portare i miei sorrisi. Ed è comunque bello vedere quanta solidarietà ci sia tra questi piccoli che ascoltano le storie dei loro coetanei dei paesi in guerra e si commuovono e vorrebbero aiutare, ben consapevoli di essere loro stessi in una situazione difficile».
La missione del Claun Pimpa si è quindi solo leggermente modificata, cambiano scenari e luoghi ma non i contesti che sono sempre difficili: « La mia vita è divisa tra l’Italia e il Medio Oriente. Mi è già capitato in passato di non poter partire a causa delle condizioni proibitive di quei paesi. Ma sono sempre in contatto. In questi mesi ho ricevuto molti messaggi preoccupati di bambini palestinesi o siriani per la situazione della Lombardia, di Bergamo e Brescia. Una grande condivisione, un ponte di solidarietà che si è creato. Oggi i bambini palestinesi sono tornati a scuola per cui la situazione è tranquilla, ci sono clown formati che portano avanti la missione del Claun Pimpa. Notizie confuse arrivano dalla Siria dove non è chiaro cosa stia avvenendo a livello sanitario. Dopo 20 anni che mi muovo so che i semi gettati stanno germogliando. So che nel mondo c’è tanta gente buona».
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