“Ciao piccola Alabama, la tua risata ha lasciato un vuoto incolmabile”
I ricordi delle due allenatrici di Alabama Guizzardi, vittima della frana in Valtellina, sportiva dell'Atletica gallaratese: "Due occhi azzurri travolti senza pietà dal male del mondo"
«Alabama: un sorriso radioso, due occhi azzurri come il cielo in cui si leggeva felicità, in cui si leggeva vita, in cui si leggeva amore. Due occhi azzurri per sempre spenti da una situazione inesplicabile, dal male del mondo che li ha travolti senza pietà», commenta una delle sue allenatrici, Elisa Conconi.
Amante dello sport, sempre presente sul campo con serietà, passione e impegno: così l’Atletica gallaratese ricorda Alabama Guizzardi, originaria di Comabbio, una delle tre vittime della frana in Valtellina il giorno del suo compleanno, mercoledì 12 agosto. Iscritta alla polisportiva da quattro anni, Alabama amava la corsa campestre e alle competizioni si classificava sempre bene. La notizia della sua tragica scomparsa ha raggiunto la società solo questa mattina.
«Cosa dire della nostra Alabama? Sorridente, entusiasta, bella e agonista; la rivediamo in questi aggettivi», ricorda l’altra allenatrice della piccola, Simona Troilo, «Nei quattro anni in cui è stata con noi, abbiamo visto in lei grande passione, voglia ed energia! Sempre presente agli allenamenti, carichissima alle competizioni, con una gioia contagiosa che sapeva esprimere anche a tutti i suoi compagni di giochi. Lei con il suo talento da coltivare, soprattutto verso le corse di resistenza. Lei che, se alle campestri non arrivava sul gradino più alto del podio, rimaneva male al momento, ma il giorno successivo, al campo di allenamento, era determinata a impegnarsi di più. Pensare di non averla con noi per la ripresa degli allenamenti ci lascia increduli, è un pensiero impossibile da metabolizzare».
Non riuscendo a motivare o a cercare un senso della scomparsa prematura della ragazzina, commentano così: «A volte le cose accadono senza motivo, così, quando meno ce lo si aspetta: Che brutta la vita!, si pensa. Un momento di gioia e festa si trasforma, in una manciata di secondi, in tragedia. Non ci sono parole, non ci sono spiegazioni, c’è solo dolore, tristezza, una sofferenza assordante, rabbia, odio… Perché a lei? Perché ora?».
«Incredulità è l’unica cosa a cui si può pensare; i perché non hanno risposta, nulla ha senso. Solo confusione e ricordi vividi e reali, di quello che non ci sarà più. Solo il tempo, dicono, possa lenire le ferite, ma il vuoto che la risata di una bambina, con tutta la vita davanti, lascia nel cuore di chi l’ha conosciuta non è rimpiazzabile. Ciao, Alabama».
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