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Il mulino di Turro tra natura, storia e cultura

Il mulino a Monvalle della famiglia del sindaco Franco Oregioni è casa della tipografia Rotte contrarie e delle sue macchine per la stampa tradizionale

mulino di turro a monvalle

Se mentre si percorre la provinciale che attraversa Monvalle si svolta in una piccola stradina, ecco che si raggiunge il mulino di Turro. Immerso nella calma tra i prati e il bosco, proprio accanto al torrente Monvallina, il vecchio complesso dopo un periodo di abbandono si è piano piano trasformato in un luogo dedicato alla conservazione e alla promozione della cultura e della storia. Domenica 6 settembre il mulino ha aperto le porte ai visitatori, che hanno così potuto visitare il complesso, i suoi strumenti e le diverse macchine da stampa conservate dall’associazione Rotte contrarie.

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«Questo mulino è la nostra avventura – racconta Franco Oregioni, sindaco di Monvalle e insieme alla moglie proprietario del complesso -. Per anni è stato lasciato a se stesso, ma alla fine io e mia moglie abbiamo deciso una decina di anni fa di comprare l’intero edificio. Ci siamo messi subito al lavoro per ripulirlo e ristrutturarlo, ma c’è ancora molto lavoro da fare. L’obiettivo è quello di trasformarlo in un luogo dedicato alla cultura».

E i primi passi in questa direzione si sono già mossi. I visitatori se ne sono accorti non appena messo piede nel giardino – curatissimo – del mulino, che in occasione della visita di domenica ha ospitato le opere realizzate dagli artisti dell’atelier Capricorno di Cocquio Trevisago. Se però si procede lungo il vialetto, ecco allora che si raggiunge il cortile del mulino, uno di quei cortili che si trovano spesso all’interno dalle vecchie case di campagna, ed è da qui che si entra nel complesso.

In due delle stanze al piano terra si trovano ancora gli strumenti di un tempo, le macine in pietra per la frantumazione dei semi, e anche una targa in metallo col nome di uno dei primi proprietari e mugnai. «Abbiamo ripulito – racconta Franco Oregioni – e sistemato diverse aree del mulino, e ogni tanto organizziamo delle visite guidate per le scolaresche, in cui spieghiamo ai bambini la storia del mulino e il funzionamento dei macchinari».

Parte del mulino è inoltre diventata casa dell’associazione Rotte contrarie, e conserva diverse macchine per le tipologie tipografiche tradizionali più diverse: dalla stampa a caratteri mobili alla calcografia e alla litografia, fino alla xilografia e alla serigrafia (alla collezione appartiene anche un modello della stessa macchina utilizzata da Totò nel film ). «Solitamente – spiegano i membri dell’associazione – utilizziamo queste macchine per riprodurre raffigurazioni fatte a mano, stampare copertine di libri, oppure realizzare piccoli volumi per le opere di autori locali. In base alle esigenze utilizziamo diversi tipi di tecniche, ma sempre con un’attenzione particolare alla forma».

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Pubblicato il 07 Settembre 2020
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