Cittiglio, 15 evacuati dalle case sotto alla montagna che cede
Nei giorni scorsi l’ordinanza. Le famiglie ospitate da parenti e da strutture comunali. Il sindaco: “Interventi subito, il dissesto è una priorità“
Materiale franoso finito a ridosso delle case. Altro, composto da massi, ghiaia e detriti che minaccia di scendere a valle, frutto dell’ennesimo duro colpo che un territorio bellissimo ma fragile ha dovuto fronteggiare nell’emergenza del clima che cambia.
Così il sindaco di Cittiglio Fabrizio Anziani, che di persona si è recato sul posto nei giorni scorsi ha dovuto firmare un’ordinanza di sgombero che riguarda quattro abitazioni in località Sciareda, nella parte del paese a valle della fascia tagliafuoco realizzata sul Sasso del Ferro anni fa per proteggere il paese e i boschi da possibili incendi.
Non siamo molto distanti dalla zona delle celebri “cascate“, tanto per fornire un punto di riferimento di una località ben frequentata soprattutto d’esatte da turisti.
In tutto sono 15 le persone fatte allontanare dalle proprie case, fra cui anche bambini: tutti hanno trovato riparo accolti da parenti o sistemati in appartamenti comunali.
«Questa notte opereremo una sorveglianza attiva dei versanti: ci saranno gli operatori della protezione civile, degli alpini e il sottoscritto per verificare sul posto la situazione», spiega il sindaco.
«Con le stesse forze, unitamente al lavoro di alcune aziende stiamo ancora ripulendo i detriti portati a valle dall’alluvione del 25 settembre scorso, che ha colpito anche Luvinate e dove purtroppo ha trovato la morte anche lo sportivo travolto dal torrente».
È una situazione, quella legata al dissesto idrogeologico, che Anzani giudica oramai insostenibile.
«I comuni devono gridare a squarciagola per ottenere lo stato di calamità. Ma oltre a questo è bene che si sappia che la cura dei versanti è diventato “il“ tema: c’è di mezzo la vita delle persone. E i piccoli comuni non possono, su questo, venir lasciati soli. Per affrontare temi di questa portata non bastano risorse e competenze limitate come quelle di un singolo comune, che non può continuare a lavorare mettendoci delle “pezze“. Occorre che tutti insieme, e sotto la supervisione degli enti competenti si attivi subito un programma di interventi».
Quanto avvenuto nei giorni scorsi è una ferita ancora aperta sul territorio. «Mi hanno fornito, dal Centro Geofisico Prealpino, i valori di acqua scesi in mezzora giovedì 24 settembre. È una portata spaventosa, mai vista prima. Di fronte a questi fenomeni ci vogliono interventi strutturali importanti che non possiamo realizzare da soli».
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