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Monaco, la Russia zarista e il Varesotto, la signora Tatiana ricerca le radici dei “Bernasconi” russi

Tatiana è un’emigrata russa che vive in Germania. Il suo albero genealogico non le dà pace, in lei scorre sangue italiano: nel 1874 suo bis-bisnonno Giuseppe Bernasconi si trasferì per motivi di lavoro negli Urali per poi scomparire. Adesso Tatiana cerca tracce dei suoi avi a Varese

tatiana "bernasconi"

Bernasconi, un cognome così diffuso nel Varesotto ma allo stesso tempo “esotico” per le orecchie e le lingue slave. Un cognome che non dà pace a Tatiana, emigrata russa che da trent’anni vive a Monaco di Baviera, la splendida “Atene sull’Isar” a 450km dalla Città Giardino e oltre 3mila da Perm’, cittadina russa ai piedi dei Monti Urali. È qui che quasi 150 anni fa avviene una svolta fondamentale nell’albero genealogico di Tatiana e dei “Bernasconi russi”.

Era il 1874, dell’Unione Sovietica – e del suo successivo sgretolamento – neppure un segno, neanche tra i rivoluzionari più precoci; d’altronde Vladimir Il’ič Ul’janov, passato alla storia come Lenin, aveva appena quattro anni. All’epoca in Russia la servitù della gleba era stata abolita da poco più di dieci anni sotto le riforme dello zar “dal sangue versato” Alessandro II, che, almeno fino al momento del suo assassinio, governava su un impero vastissimo.

Per collegare un territorio così sconfinato, l’avvento dell’Ottocento aveva portato l’espansione ferroviaria fino alle periferie dell’impero dove, tra le svariate opere realizzate, ebbero inizio anche i lavori per la costruzione del ramo Lunjevskaja nel bacino carbonifero Kizelovskij. Per il tratto tra Čusovskij e Kizel, fu necessario scavare un tunnel lungo 145 metri, ma, siccome i costruttori russi non avevano tale esperienza, furono inviati specialisti italiani per completare l’opera. E proprio in quel gruppo di specialisti c’era anche un uomo originario di Varese, Giuseppe Bernasconi, il bis-bisnonno della signora Tatiana.

Oggi Tatiana vorrebbe attirare l’attenzione delle persone che potrebbero condividere con lei parte dello stesso sangue, o che siano in grado di aiutarla fornendole qualche informazione aggiuntiva nella ricostruzione di quest’albero genealogico.

Tuttora, un secolo e mezzo dopo, Tatiana conserva l’originale documento rilasciato nel 1874 a Giuseppe “Juža” Bernasconi dal Governatore della Regione di Samara per “vivere libero nell’impero russo per un anno“. “Di religione cattolica e celibe”, si legge nel permesso di soggiorno.

La costruzione della linea ferroviaria Lunjevskaja sarebbe iniziata soltanto tre anni dopo, tra il 1877 e il 1878. Proprio a partire da quell’anno di Bernasconi non si hanno più notizie ufficiali, tuttavia sappiamo che nel frattempo si sposò con Alexandra Alekseevna Pavlova, che diede alla luce quattro figli: Alessio, Vladimir, Anna e Victor.

Come testimoniato dai certificati di nascita, a tutti i figli fu dato il cognome Bernasconi, nonostante di “papà Juža”, almeno ufficialmente, non si ebbero più notizie se non lo status di “irreperibile” a partire dal giugno 1878.

I certificati di nascita dei figli sollevano però alcuni punti interrogativi. Non si sa con esattezza in che anno sia nato il primogenito Alessio: ci sono solo documenti d’archivio che dimostrano che sposò Teodosia Petrovna Romašova, figlia di un soldato, nella chiesa di Santa Ksenija a Čusovskij nel 1889 (il che significherebbe un matrimonio molto precoce). Vladimir nacque invece nel 1883, mentre Anna visse appena cinque mesi e mezzo a cavallo del 1888, morendo di inedia.

È il certificato di nascita di Victor, di cui Tatiana è la pronipote, a destare maggior perplessità. Nel documento, risalente al 1891, Giuseppe, la cui fede segnalata è ora quella ortodossa, viene indicato come padre del bambino ma allo stesso tempo “sparito senza tracce da tredici anni”.

Sette anni più tardi, nel 1898, la moglie Alexandra fa richiesta – accolta dal Concistoro Spirituale di Perm – per lo scioglimento del matrimonio celebrato vent’anni prima. Sui giornali dell’epoca ancora una volta si legge di “irreperibilità” dal giugno ’78.

È difficile dire cosa sia realmente successo a Giuseppe “Juža” Bernasconi. Secondo le voci, sarebbe morto nell’esplosione di un tunnel durante la costruzione di ferrovie negli Urali, un’altra versione lo vede ritornato in Italia, nella sua terra natale.

Difficile anche ricollegare le radici Bernasconi dell’albero genealogico della signora Tatiana basandosi solo sui dati d’archivio provenienti dalla Russia, che sono molto scarsi e talvolta sembrano in contraddizione.

«Spero davvero che questa storia poco conosciuta del mio bis-bisnonno Giuseppe Bernasconi venga letta in Italia, nella sua città natale, nella speranza che tra i lettori ci sia anche qualcuno dei suoi parenti che portano questo magnifico cognome» si augura la signora Tatiana.

(Si ringrazia Olga Leonardi per i documenti forniti)

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Pubblicato il 19 Novembre 2020
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