Consulta bocce Lombardia, nebbia fitta in Val Padana
Sono ancora tante le questioni aperte e i dubbi che attanagliano le società: dal tesseramento alla pec, dal mantenimento dei campi all'elezione del presidente e il direttivo lombardo
“La nebbia agli irti colli/ piovigginando sale”: Carducci, Carducci perché tanto ottimismo nel tuo San Martino? D’accordo eravamo alla fine dell’Ottocento, le nebbie che si alzavano potevano essere l’immagine della salita al colle della vita per raggiungere la pace, rappresentata dall’odor dei vini, dai ceppi accesi e dallo spiedo scoppiettando per raggiungere la serenità, lontana dal maestrale e dalle urla e dal biancheggiare del mare in tempesta. Invece ora caro Giosuè siamo alla fine del 2020 e la Consulta Regionale Lombarda tenutasi in video-conferenza la sera del 17 non poteva ammantarsi di fiducia e farsi permeare da visioni bucoliche: doveva semplicemente cercare di analizzare il momento e fare previsioni, non si sa quanto attendibili, per il futuro.
Le nebbie, per quanto concerne lo sport per tutti nel campo delle varie specialità boccistiche, sono e permangono fittissime, senza spiragli per cominciare a scorgerne la fine; è vero che sopra le nebbie il cielo è sempre limpido, lì splende il sole, magari senza la forza dirompente della piena estate, ma sempre sole è, tanto da poter indurre a una visione più rosea del futuro. Non è così. I delegati lombardi hanno confermato quasi unanimemente l’assenza di gare di ogni tipo nei primi mesi dell’anno, con la sola eccezione di Roberto Nespoli da Bergamo, che si è rivelato propenso a mettere in programma competizioni sulle quali già incombe lo spettro dell’annullamento, nella filosofia, affatto peregrina, di essere pronto a effettuarle, qualora il panorama nazionale dello sport, funestato dalle proibizioni da virus, dovesse mutare e volgersi al famoso desiderato e auspicato sereno.
A queste visioni, caratterizzate da un colore unico e imperante: il grigio neppure chiaro, ma scuro tendente al plumbeo, come nelle giornate appesantite, più che dalla nebbia, dallo smog, emergono comunque le esigenze organizzative. Il tesseramento, innanzi tutto, da effettuare entro il 28 febbraio onde evitare penalità, e l’obbligo per tutte le Società di avere, entro la fine dell’anno, la PEC – posta elettronica certificata – con le note difficoltà per alcune di esse a dialogare con i computer, essendo ancora use a comunicare attraverso segnali di fumo.
A completare la visione non certo idilliaca del sistema, la paventata disaffezione al proseguimento dell’attività agonistica, ancora una volta fatta rilevare da alcuni partecipanti, oltre al mancato sostegno da parte di certi Comuni al mantenimento dei Bocciodromi, quasi che la politica si dilettasse da un lato ad esaltare la necessità che le istituzioni debbano avere a cuore l’impegno sociale e, dall’altro, attuino iniziative contrarie alla continuità delle strutture per lo sport delle bocce, notoriamente sport di elevatissimo contenuto sociale sia per gli anziani pensionati, sia per i giovani, che attraverso esso riescono ad approcciare un mondo saturo di valori umani, quali pochissime altre discipline sportive sanno offrire. Stranezze di alcuni politici che evidentemente necessitano di urgenti visite oculistiche, stante la miopia di cui sono affetti.
Il commissario Volpi ha voluto donare almeno un aspetto positivo per quanto attiene le cose da fare. Ha confermato che le elezioni per il presidente e il direttivo lombardo si dovrebbero svolgere il prossimo 6 febbraio con i medesimi candidati, in altra sede, però, rispetto all’originaria Crema. La sede prescelta è Bergamo, nel suo Centro Congressi che offre la più completa sicurezza e quindi il rispetto delle norme anti-virus a oggi emanate: sottolineato a oggi, domani chissà? ”Di doman non v’è certezza” diceva qualche secolo fa Lorenzo il Magnifico nella Canzona di Bacco composta in occasione del Carnevale del 1490 che doveva essere cantata da un corteo di maschere: che avesse già previsto tutto quello che sarebbe accaduto nel 2020?
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