Addio a Luciano Besozzi, ricostruì le storie dei varesini caduti in Guerra
Uno storico appassionato e un grande studioso. A lui si devono molte pubblicazioni e ricerche sul passato, la storia e le tradizioni di Angera
Angera perde oggi una delle voci più autorevoli del suo passato. Si è spento, Luciano Besozzi, studioso, storico, autore di molti volumi sulla storia della città e del territorio ma anche di progetti di ricerca e raccolta di testimonianze.
Non solo le sue competenze lo rendevano una figura di riferimento e di grande valore per la comunità ma anche la sua passione, la fine intelligenza, l’impegno, l’attenzione e la volontà di condividere con gli altri il suo sapere e la sua attività di studio.
Autore di molti volumi e pubblicazioni sulla storia del territorio, Besozzi ha contribuito alla nascita di progetti di ricostruzione storica e divulgazione. Oltre a quelli dedicati alla cittadina della Rocca si ricordano anche le sue ricerche sulla memoria delle Guerre Mondiali. Alcuni anni fa aveva creato Varesegrandeguerra.it, un sito che ripercorre la vicende della Prima Guerra Mondiale andando a ricostruire (e restituendo dignità) alle vite dei caduti, molti dei quali ricordati soltanto con nomi incisi su lapidi sbiadite.
«Oggi è venuto a mancare un pilastro della storia di Angera – ha dichiarato il sindaco Alessandro Molgora, insieme all’assessore alla cultura Valeria Baietti, all’attuale curatrice del Museo Archeologico, Anna Bernardoni e a Cristina Miedico, che lo è stata prima di lei -. Il suo lavoro di raccolta e analisi delle testimonianze documentali e di studio degli archivi storici e capitolari di Angera, sono stati fondamentale per comprendere alcuni periodi cruciali dell’epoca medievale, moderna e contemporanea del borgo. Amministrazione e museo gli sono grati per la dedizione, la passione, la disponibilità dimostrata e rivolta in tanti decenni alla storia locale. Senza di lui molte tradizioni sarebbero state dimenticate, molti nomi sarebbero rimasti nell’oblio, molte storie non potrebbero più essere narrate. Grazie a lui l’identità culturale di Angera, il senso collettivo di appartenenza al territorio e la storia locale si sono arricchite enormemente. Ci mancherà molto e speriamo che la situazione odierna si risolva i resto, per celebrare il ricordo che merita».
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