La cabina telefonica di Maccagno trasformata in mini biblioteca
Si trova di fronte alla farmacia lungo la strada statale 394, dove è possibile prendere a prestito qualche volume della grande letteratura contemporanea
Libri accolti dal fresco riverbero dei lavatoi, li abbiamo visti già. Oppure volumi e volumetti custoditi persino in un vecchio frigorifero, come avviene da qualche tempo sotto al municipio di Orino, che hanno attirato l’attenzione di qualche villeggiante.
Ma la seconda vita di una cabina telefonica assurta da luogo di parola declamata a scritta quello no, mai prima d’ora si era visto fra la varia umanità delle valli varesine raccontate dal mitico Piero Chiara.
Perché c’è ovviamente anche lui, il grande romanziere luinese (che descrisse in un meraviglioso e breve componimento il vicino porto della Gabella, contenuto nella raccolta In Viaggio, curata dal compianto Federico Roncoroni, Nino Aragno Editore) fra il sontuoso bouquet di titoli raccolti nella cabina telefonica di Maccagno con Pino e Veddasca.
Si trova proprio di fronte alla farmacia, lungo la statale, dove un anonimo lettore ha voluto regalare tanto stupore in chi già ne ha ricevuto rendendosi conto della presenza di uno dei rarissimi residuati degli anni Ottanta – dei gettoni, e delle interurbane – rimasto ancora in piedi e oggi posto dove portar bambini per mostrare loro cos’era il telefono.
E da oggi (a ieri, domenica, per l’esattezza, dicono i bene informati) proprio lì lungo lo stradone fra la sede della Proloco e la casetta dell’acqua e non lontano dalle scuole si possono prendere in visione Maestro e Margherita di Michail Bulgakov o Il giocatore di Fëdor Dostoevskij, ma anche qualche titolo in lingua tedesca, per strizzare l’occhio ai tanto attesi vicini di casa che apprezzano questa parte del lago.
Come funziona il prestito? Non c’è regola. Ad occhio funziona col “chi non ne ha ne prenda, legga e riporti“. E chi ne ha ne metta.
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