La “processione” nella farmacia di Laveno per chi deve prendere il traghetto e non ha il green pass
Il direttore della "Comunale", Davide Reggiori: in tanti pensano di poter fare un tampone e imbarcarsi, ma non funziona così". Molti turisti spiazzati dalla necessità del certificato
L’appello del sindaco di Laveno Mombello, Luca Santagostino, riguardo la gestione dei green pass sui traghetti che collegano le due sponde del Lago Maggiore ha messo in luce un problema che riguarda, indubbiamente, studenti e lavoratori ma che ha un impatto forte anche sui turisti che raggiungono il Verbano per qualche giorno di svago.
E che, in molti casi, restano spiazzati dalla necessità di esibire la certificazione obbligatoria per salire sulle imbarcazioni che collegano Laveno con Intra. La testimonianza diretta arriva da Davide Reggiori, direttore della Farmacia Comunale di Laveno, struttura che ha sede proprio di fronte all’imbarcadero e che è una sorta di “prima linea sanitaria” soprattutto in questo periodo.
«Dal primo di settembre, ovvero da quando è entrato in vigore l’obbligo del Green Pass sui traghetti, c’è una vera e propria processione giornaliera di gente in farmacia. Alcuni ci chiedono solo di stampare il certificato, cosa che provvediamo a fare subito, ma il problema è che in tanti arrivano con la necessità di fare il tampone per potersi imbarcare, convinti che sia una procedura consueta e rapida, ma non è così».
La farmacia, infatti, effettua questo tipo di servizi solo in determinati momenti della settimana: «Al mercoledì e al venerdì su prenotazione, ma possiamo eseguire i tamponi solo quando la farmacia è chiusa al pubblico per il normale servizio di vendita – prosegue Reggiori – Ci sono infatti normative da rispettare a partire dal percorso separato tra chi necessita di tampone e chi invece deve fare acquisti. Inoltre, il personale deve operare in sicurezza e ha bisogno di un supporto amministrativo: perciò sia i tamponi assegnatici dal servizio sanitario, sia quelli diretti della farmacia devono essere inseriti in un calendario preciso. E tutto questo non può aiutare chi si presenta con la necessità immediata di dover attraversare il lago».
Il cartello che avvisa dell’obbligo del Green Pass all’esterno dell’imbarcaderoReggiori tra l’altro sottolinea anche il rischio di comportamenti inappropriati da chi si aspetta che la farmacia possa risolvere la situazione. «Abbiamo rischiato più di un’aggressione e dovuto far fronte a gente che urla, insulta e bestemmia in mezzo ai clienti convinti di entrare in farmacia e poter fare tutto quello che serve. Purtroppo non è così e non per nostra volontà. In questi giorni poi, con il ritorno a scuola, la situazione sta peggiorando».
Un ulteriore intoppo che riguarda gli stranieri è la necessità di dover effettuare un tampone prima di rientrare nel Paese d’origine. «Un altro servizio che ci viene richiesto e che è difficile da dare. Sarebbe utile, secondo me, approntare una struttura accanto all’imbarcadero per offrire il servizio ai turisti ma anche in questo caso bisogna fare fronte ad adempimenti e obblighi. Un punto tamponi dev’essere collegato telematicamente al SIS e per questo serve che la postazione venga approvata dalla ATS: non basta un normale computer».
E così, per chi deve tornare in patria mostrando un referto che ne attesti la salute, comincia la “caccia al tesoro” verso le strutture abilitate, sperando di trovare un posto libero.
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