A Taino un ciclo di tre serate dedicate al clima e ai disastri ambientali
"Ognuno di noi può dare il proprio contributo nel piccolo a casa, a scuola o al lavoro". Al teatro dell'Olmo i ricercatori del JRC relatori di incontri sulle grandi sfide del mondo: prossimo appuntamento giovedì 25 novembre
Giovedì 11 novembre si è tenuta al Teatro dell’Olmo di Taino la prima di un ciclo di tre serate dedicate all’ambiente e alla sua cura, dal titolo “Disastri del futuro e come evitarli da/a Taino – le grandi sfide del mondo e il ruolo dei tainesi per combatterle”.
Il primo incontro, organizzato dal Comune di Taino, dalla Pro Loco e con la collaborazione dei volontari della Protezione Civile si è focalizzato sul cambiamento climatico rispondendo alla domande su quali saranno le conseguenze del cambiamento climatico nei piccoli borghi come Taino e cosa possano fare i cittadini come soggetti attivi. Sono stati quindi presentati diversi suggerimenti su come poter affrontare situazioni di emergenza dovute a queste problematiche, che interessano un numero sempre crescente della popolazione mondiale.
A seguito di un saluto istituzionale del sindaco Stefano Ghiringhelli e del consigliere comunale delegato all’ambiente Stefano Berrini, è stata lasciata parola ai ricercatori del JRC residenti a Taino e relatori della serata: Giorgio Libertà e Tom De Groeve, quest’ultimo ha aperto una parentesi sugli incendi boschivi, che a Taino fortunatamente non avvengono più dall’inizio degli anni duemila.
«La scienza è chiara: per evitare grandi disastri è necessario ridurre le emissioni di CO2 a zero entro il 2050 – dichiara Tom De Groeve -. Non abbiamo molto tempo; anche i tainesi possono aiutare nel loro piccolo a casa, a scuola o al lavoro. I nostri giovani devono studiare per diventare una generazione di innovatori che sviluppino le tecnologie necessarie per trasformare la nostra società in una a emissioni zero».
Il prossimo appuntamento sarà giovedì 25 novembre alle ore 20.30 sempre al Teatro dell’Olmo per una serata dedicata alla scienza e alla fotografia dallo spazio e anche all’impronta ambientale del cioccolato, dalle piantagioni di cacao in Africa fino ad arrivare alle nostre case.
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