Luca, fan di Varano Borghi, scrive a Valentino Rossi: «Il più grande di tutti»
In occasione del suo ultimo Gran premio, Luca Musciatelli ha raccontato la sua passione in una lettera dedicata al "Dottore" e affidata ai social, nella speranza che riesca a raggiungere anche il campione
Una passione lunga una vita: dai sogni di un bambino di fronte alla tv, fino all’emozione di trovarsi insieme al proprio campione alla sua ultima gara. Luca Musciatelli abita a Varano Borghi e domenica era a Valencia, in Spagna, per assistere all’ultimo Gran premio di Valentino Rossi. Luca ha seguito le imprese del “Dottore” fin da quando aveva nove anni. Ormai di tempo ne è passato tanto, ma l’entusiasmo di Luca per quel ragazzo che sulla sella ha fatto la storia della Moto Gp è rimasto sempre lo stesso. Nell’ultimo giorno della sua carriera, Luca ha deciso di scrivere una lettera dedicata proprio a Valentino Rossi e di affidarla ai social, con la speranza che riesca ad arrivare anche alla leggenda.
La lettera di Luca
«Ed eccoci qui, a sipario calato è l’ora di scrivere qualcosa. Per diverso ho tempo ho pensato a questo momento, a come mi sarei sentito, al vuoto che avresti lasciato.
Ricordo che era il mio nono compleanno quando una mia compagna di classe dell’epoca mi regalò il modellino della fantastica Honda NSR 500 con il numero 46, sapeva che era un regalo che avrei gradito perché già da qualche tempo seguivo le gesta di questo “Valentino”. Ricordo una domenica mattina di Ottobre, mi ero svegliato presto perché il GP era in Malesia; era il 2003, quella mattina vincesti il quinto mondiale e io corsi nel lettone dei miei genitori a riportare la notizia, ricordo le loro facce assonnate e stupite per il fatto che io fossi lì per quella ragione. Ricordo che alle medie i miei compagni festeggiavano lo Scudetto della loro squadra portandone in classe la bandiera, mentre io arrivavo qualche mese più tardi con la bandiera del Dottore. Ricordo la prima volta a Tavullia, avevo 12 anni e quasi costrinsi i miei genitori a farvi tappa tornando dalle vacanze. Da allora di tempo ne è passato e di ricordi ne sono stati creati tanti altri. Sabato prossimo di anni ne farò 30, ed oggi sono qui in Spagna con la divisa del Fan Club. 26 anni di carriera tua, 21 anni di vita mia a seguirti e tifarti, sempre. Sempre, anche quando un ragazzo del mio paese mi disse: “sì ma tu tifi Valentino solo perché vince”. Erano i tempi della Honda RC 211V ed eri velocissimo, ma la passione andava ben oltre i risultati.
Una passione così grande che ha travolto anche molte delle persone che mi stavano attorno: il mio primo GP con mia sorella, molti amici, alcuni di loro che mi hanno preso come guida, la mia compagna, sono riuscito a portare ad un GP perfino mamma e papà, 13 anni dopo quella mattina nel lettone. È stato davvero bellissimo condividere questa passione con tutti loro.
Nonostante i numeri da fuoriclasse, un sogno per molti, per noi tu sei stato più di un normale pilota. Sei stato quello che, tacciato di vincere solo per merito della moto, ha deciso di prendere una Yamaha sgangherata per portarla sul tetto del mondo, al primo tentativo, alla prima gara. Mostrando a tutti che la differenza eri tu. Hai deciso che Stoner non ti avrebbe più messo le ruote davanti, e per tenere fede alle tue parole, ti sei inventato il sorpasso al cavatappi. Sono quelle cose che fanno di uno sportivo un campione, e di un campione un’icona. Il basket ha avuto Michael Jordan, il pugilato Mohammed Alì, il motociclismo Valentino Rossi; la caratura è questa qui, l’Olimpo dello sport.
Ed io non posso altro che essere felice e grato di aver assistito a questa era del motociclismo, quella del più grande di tutti.
Non ti nego che oggi, dietro a questi occhiali da sole, qualche lacrima è scesa… perché oggi, dietro a questi occhiali da sole, con me c’era anche quel piccolo Luca che ti ammirava con stupore e che teneva in mano la sua NSR 500.
Grazie Vale, grazie per tutte le gioie, le meraviglie, i momenti indimenticabili che ci hai fatto vivere e che racconteremo alle nostre figlie; è stata un’avventura fantastica!
Da oggi, però, come diceva il tuo amico Cesare “non è più domenica”….»
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