Mancata pubblicità sulle pensiline, l’azienda che le ha posate chiede i danni al comune di Sesto Calende
L'impresa che si era aggiudicata il bando per la posa e lo sfruttamento pubblicitario delle strutture chiede un risarcimento al comune. Si attende la sentenza del Giudice di Pace
Finirà davanti a un Giudice di Pace la vicenda che vede contrapposti la società Se.Mar. Srl di Baveno e il comune di Sesto Calende. L’impresa si era aggiudicata il contratto di sponsorizzazione relativo alle pensiline degli autobus bandito dal comune nel 2019. Pensiline che sono state regolarmente posizionate da parte della società “a costo zero” per il comune ma che fino ad ora, non sono mai state sfruttare dal punto di vista pubblicitario per un problema legato alle autorizzazioni. L’azienda, dopo essersi seduta a un tavolo con i rappresentanti della giunta sestese per trovare un accordo che non è arrivato, si è vista costretta a richiedere un risarcimento per i danni che ne sono derivati. Danni che l’impresa ritiene dovuti per i mancati introiti ma anche di immagine verso i propri clienti.
Da precisare però che la questione, più che politica è interna agli uffici comunali. L’amministrazione che in questo momento preferisce non pronunciarsi in merito, si è detta da subito disponibile a cercare di trovare una soluzione. Da una parte infatti c’è un contratto di sponsorizzazione che, come spiega la Se.Mar. in una nota «prevedeva la fornitura e la manutenzione ordinaria e straordinaria di alcune pensiline di attesa autobus nell’ambito del territorio comunale a fronte della concessione alla Società aggiudicataria del diritto di gestire economicamente gli spazi pubblicitari ricavati su appositi pannelli (paralleli e perpendicolari) installati sulle pensiline in conformità alle prescrizioni tecniche impartite in sede di gara dall’amministrazione comunale. Il ‘Regolamento comunale per la pubblicità sulle strade’ – prosegue l’azienda – ammette espressamente questa specifica tipologia di impianti, i quali rivestono una particolare utilità di interesse generale siccome abbinati a servizi di pubblica utilità (nel nostro caso: il servizio pubblico di trasporto locale)». Attraverso l’accordo «la collettività avrebbe potuto beneficiare di nuove opere di pubblica utilità a ‘costo zero’: le pensiline, infatti, sarebbero state finanziate interamente dal ‘partner’ privato, il quale avrebbe ricavato la remunerazione dell’investimento attraverso lo sfruttamento commerciale della pubblicità collocata sulle pensiline nel corso del periodo decennale di durata del rapporto concessorio. La Società SE.MAR S.r.l. aveva presentato la propria domanda di partecipazione alla procedura sopra descritta risultandone, infine, aggiudicataria. Dando seguito alle prescrizioni oggetto della documentazione tecnica di gara, ed a seguito di sopralluoghi effettuati con i dirigenti e funzionari degli Uffici comunali preposti, l’impresa provvedeva all’installazione delle pensiline autobus nelle posizioni concordate con l’amministrazione e, conseguentemente, a esporre la pubblicità relativa alla propria clientela con la quale aveva – a sua volta – stipulato una serie di contratti commerciali».
Di contro, si è posta una questione legata al codice della strada e più precisamente a una serie di requisiti che secondo la polizia locale non sarebbero stati rispettati. «Nel mese di febbraio 2021 l’impresa concessionaria si è vista notificare una serie di verbali sanzionatori da parte del Comando di Polizia Locale del Comune di Sesto Calende per asserita illegittimità dei pannelli pubblicitari in quanto (a detta della Polizia Locale) sforniti di autorizzazione e, in ogni caso, in violazione della disciplina sulle distanze dettata dal Codice della Strada. La Società SE.MAR S.r.l. proponeva tempestivamente ricorso avanti al compente Giudice di Pace per tutelare le proprie ragioni in qualità di ‘partner contrattuale’ della stessa pubblica amministrazione ‘sanzionante’ e per rimarcare l’esistenza di un titolo giuridico specifico (il provvedimento di aggiudicazione e la stipula del contratto di sponsorizzazione)».
«In attesa della sentenza del Giudice di Pace – prosegue la nota dell’azienda – la Società concessionaria, al fine di dare esecuzione al rapporto contrattuale intercorrente con l’Amministrazione, pur non ritenendosi a ciò obbligata, presentava le istanze preordinate al rilascio delle autorizzazioni richieste dalla Polizia Locale. Con enorme stupore, riceveva quindi una serie di provvedimenti di diniego riferiti all’installazione dei pannelli pubblicitari (impedendo così l’esecuzione del contratto di sponsorizzazione aggiudicato dalla stessa pubblica amministrazione). Non solo: in occasione dei numerosi incontri tenutisi presso gli Uffici comunali, SE.MAR veniva altresì informata dell’intenzione dell’amministrazione di voler eliminare totalmente una delle pensiline già posizionate oltreché di non consentire l’esposizione dei pannelli pubblicitari ‘ortogonali’ (quelli che riparano dalla pioggia battente e trasversale chi usufruisce della struttura in attesa degli autobus) su pressoché tutti gli impianti già installati. Il che nonostante il capitolato di gara prevedesse espressamente quest’ultima possibilità, consentendo addirittura che sui medesimi pannelli ortogonali fossero posizionati schermi a led per l’invio di messaggi pubblicitari in alternanza a messaggi di pubblica utilità di interesse dell’Amministrazione comunale. Al fine di risolvere questo evidente ‘cortocircuito’ amministrativo, la Società SE.MAR S.r.l., in totale buona fede e disponibilità con la parte pubblica, avviava un serio percorso di trattative finalizzato a verificare eventuali soluzioni conciliative della controversia. Tuttavia, a fronte di proposte inidonee a compensare gli ingenti danni economici subiti per effetto del comportamento dell’amministrazione comunale, la Società SE.MAR S.r.l. si vedeva costretta nel mese di luglio scorso a dichiarare concluse le trattative e a diffidare il Comune di Sesto Calende a porre in essere tutti gli atti necessari a consentire l’esecuzione del contratto di sponsorizzazione o, in alternativa, ad annullare in autotutela l’affidamento laddove l’amministrazione ne riconoscesse l’illegittimità per propria colpa (in questo secondo caso, con ogni ristoro dei danni subiti da SE.MAR)».
Ad oggi, la Società concessionaria non ha ricevuto alcun riscontro formale in merito alla propria diffida, motivo per cui i legali rappresentanti della Società hanno interesse a che la cittadinanza sia portata a conoscenza della descritta situazione, dalla quale prenderà l’avvio un lungo contenzioso risarcitorio con il Comune di Sesto Calende.
A questo proposito, il legale rappresentante di SE.MAR S.r.l., Gianmaria Ceglie, dichiara: «La nostra azienda è realtà imprenditoriale seria e presente sul mercato da oltre quarant’anni. SE.MAR non può permettersi, in un periodo storico così delicato e visti gli ingenti investimenti effettuati, di ‘pagare sulla propria pelle’ per un difetto di coordinamento interno tra gli Uffici del Comune di Sesto Calende. Siamo basiti per quanto accaduto e in seria difficoltà. Sono da poco partite le rate dei finanziamenti aperti per l’acquisto degli schermi a led che ci ritroviamo in magazzino inutilizzati e abbiamo ricevuto lettere di disdetta e richieste di risarcimento danni da parte dei clienti che avevano chiesto di poter personalizzare le pensiline. Usciamo da questa situazione con un danno economico e di immagine senza precedenti e vorrei davvero sottolineare, a tutela dell’immagine della Società da me rappresentata, che l’eventuale rimozione delle pensiline o la mancata esposizione della pubblicità non è in alcun modo conseguenza di nostri inadempimenti o responsabilità. Abbiamo sempre agito in collaborazione con gli Uffici comunali e seguendo scrupolosamente tutto quanto previsto dal bando di gara e relativi documenti tecnici. Vorrei infine precisare, come titolare di un’impresa che opera da anni nel settore, che impianti come quelli di cui si discute sono presenti in quasi tutte le amministrazioni comunali italiane; e che ovunque è concessa la possibilità di decorare le strutture con spazi pubblicitari anche attraverso specifiche deroghe ai regolamenti comunali vigenti, che riteniamo siano implicite in questo caso, avendo il Comune di Sesto Calende bandito una gara e predisposto un capitolato tecnico che ne regolava dimensioni e struttura. Siamo un’azienda che ‘vive di pubblicità’ e non un ente benefico che può permettersi di regalare arredo urbano alle amministrazioni comunali».
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