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Il Soccorso Alpino di Varese e la sua storia lunga trent’anni

Un libro interamente realizzato con storie e fotografie dei volontari per raccontare l’avventura partita nel 1991 quando è nata a Stazione CNSAS nel capoluogo prealpino

libro soccorso alpino

Le foto sbiadite in bianco e nero e le barbe fuori moda disegnano un percorso che solo all’apparenza stona con le divise dai colori accesi e che sanno di strumentazioni all’ultimo grido e alta tecnologia.

Eppure il bello sono proprio i colori che cambiano e gli occhi che non smettono di luccicare per le decine e decine di volontari del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico CNSAS che a Varese hanno dato anima e corpo – passando dal cuore – per arrivare primi nella corsa a salvare, soccorrere, aiutare chi non ce la fa.

libro soccorso alpino

Il libro difatti comincia proprio così, da un colore sbiadito, un foglio ingiallito che risale al marzo del 1991 e avvisa della nascita del Soccorso alpino di Varese. Da allora di acqua nelle forre, e di neve (anche se sempre meno) sulle cime delle nostre montagne se n’è vista tanta e tante sono le persone aiutate da un gruppo di volontari composto da uomini d’eccezione e orgoglio, che non si fermano davanti a nulla. Neppure dinanzi all’impresa forse più ardua: fare un libro con la loro storia. «Pensavo a una sessantina di pagine. Poi sono uscite le foto e la voce è girata. Sono arrivate storie, racconti. E le pagine sono diventate 120», spiega Luca Boldrini, capostazione di Varese (che rientra nella “XIXLariana“).

Si va dalla genesi nata dal connubio fra le componenti del soccorso, della speleologia e dell’alpinismo presenti in provincia negli anni Ottanta, alla primissima uscita con l’elicottero, col timore vinto da preparazione e intesa nel conoscere l’argomento in questione: «Quando sentite in lontananza il rumore dell’elicottero, fate una chiamata via radio e noi col radiogoniometro vi individuiamo». E così è stato: andata.

E poi via via la formazione e le attività che arrivano fino ai giorni nostri fra arrampicate a tutta canna col “Pinin” (vedi Pajero Pinin) o il “Cetriolone” («alias il nostro L200 di colore verde fluo»). Un racconto fotografico importante da dove si più apprezzare la maturazione della componente tutta varesina del soccorso alpino. Lo dicono proprio loro, gli interpreti di questo viaggio nella storia: «La fase finale di questi trent’anni coincide con una maggior maturità del gruppo, con un’organizzazione sempre più rodata ed efficiente. In tutte queste tre fasi è il “fattore gruppo” che emerge sempre: un gruppo di persone, di amici, un gruppo di volontari, un gruppo che ha costantemente la volontà di crescere. Il libro è quindi composto dal racconto di alcuni interventi di soccorso fatti sulle nostre montagne, e attraverso queste storie abbiamo raccontato come siamo cresciuti e cambiati nel tempo. Non c’è stato un preciso criterio di scelta, ma abbiamo lasciato libera iniziativa a tutti di contribuire: ognuno ha portato il proprio contributo, il proprio carico di emozioni», recita la prefazione.

libro soccorso alpino

I racconti sono diversi e spaziano dagli albori dell’intervento ai fatti di cronaca tristemente più recenti, spesso con vite salvate, recuperi al limite e corse assieme agli altri attori del soccorso d’emergenza.

Altre volte le uscite hanno portato all’individuazione e al recupero di chi non ce l’ha fatta: dai cercatori di funghi al dramma della Valceresio con la caduta i un velivolo in quota, ai pomeriggi d’estate con vite interrotte da una brutta caduta.

Questo libro vive dei ricordi di tanti volontari e vivrà di due momenti conviviali per ripercorrere questa “Avventura lunga trent’anni” (questo il titolo dell’opera) che sono in programma per venerdì 19 novembre a Varese nella sala conferenza dell’Università dell’Insubria “Granero – Porati“ in via Dunant 3 alle 21, e a Germignaga alla Colonia elioterapica il prossimo 3 dicembre, via Bodmer 20 ore 21.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 16 Novembre 2021
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