L’incubatoio di Maccagno è pronto per immettere 250mila giovani trote. Ma il “caso fario” scuote il settore
La Asd Pescatori Alto Verbano ha iniziato le operazioni di "spremitura" e di fecondazione delle uova di trote marmorate. Proteste per una normativa UE recepita dall'Italia che mette a rischio l'allevamento della specie più diffusa
Le acque interne dell’Alto Varesotto sono pronte a ospitare 250mila giovani trote: quelle che saranno immesse grazie all’impegno dei volontari della ASD Pescatori Alto Verbano che domenica 14 novembre hanno iniziato le operazioni di “spremitura” all’incubatoio ittico “La Madonnina” di Maccagno. Una giornata di lavoro che sarà seguita da diverse altre fino a raggiungere i numeri previsti.
Tra poco più di 40 giorni, dalle uova fecondate e riposte negli embrionatori, usciranno gli avannotti che verranno poi immessi nei corsi d’acqua e nei laghi del nord della provincia, «un’operazione fondamentale per i nostri fiumi» come spiegano dall’associazione di pescatori, portata avanti non senza difficoltà per la carenza di fondi necessari al funzionamento dell’incubatoio. «I problemi strutturali sono stati affrontati con opere messe in atto da Regione Lombardia e dal Comune di Maccagno ai quali va il nostro ringraziamento, anche se all’orizzonte ci sono novità legislative che penalizzano il nostro settore».
Il riferimento è a una direttiva UE recepita dal Parlamento che ha uno scopo nobile – frenare l’immissione di specie cosiddette alloctone (ovvero non tipiche del nostro ecosistema) – ma che rischia di avere conseguenze gravi. «Tra queste specie però è stata inserita anche la trota fario che è presente nei torrenti e nei fiumi prealpini da circa 500 anni – scrivono i pescatori dell’Alto Verbano – ed è anche la più prodotta dagli allevamenti e dagli incubatoi. La trota fario è anche il salmonide più commercializzato e da solo sostiene gran parte del settore della pesca sportiva, ed è ormai importante per l’intero ecosistema oltre che per l’indotto che ruota attorno a queste attività.Una intera economia messa in crisi per una norma che vuole rendere estraneo un pesce che abita le nostre acque da mezzo millennio».
Nello specifico, l’incubatoio di Maccagno è meno toccato di altre realtà perché i pescatori dell’Alto Verbano allevano da anni la trota marmorata, una specie “di pura impronta genetica” che quindi abitava i nostri corsi d’acqua da prima dell’arrivo delle fario, anche se oggi è considerata a rischio estinzione. «Ma la maggior parte delle realtà hanno investito e si dedicano esclusivamente sulla fario. Speriamo vivamente che si cambi la strada imboccata e che il ministero torni sui suoi passi trovando risposte in quei modelli di gestione fario / marmorata che con successo da decenni sono stati messi in atto in moltissime regioni e come abbiamo fatto noi fino a ieri. È una decisione calata dall’alto che potrebbe far chiudere i battenti a tante realtà»
Contro la norma si è schierato un fronte che unisce le associazioni, le federazioni (compresa quella nazionale della Pesca Sportiva) e le Regioni con la Lombardia in prima linea, tanto da organizzare un incontro di recente, per riunire tutte le voci e farle arrivare al ministero. «Attendiamo gli sviluppi della vicenda – concludono i Pescatori Alto Verbano – Quest’anno semineremo solamente marmorate. Abbiamo investito su questo pesce e non arriviamo per nulla impreparati. Vogliamo però crescere come associazione e dobbiamo restare positivi. Stiamo pensando a diverse iniziative da mettere in atto una volta che la pandemia sarà alle spalle, occasioni per far conoscere a un pubblico più ampio la biodiversità, la fauna ittica delle nostre valli e diffondere valori ambientali».
Anche per queste ragioni, l’associazione ha richiesto alla Comunità Montana Valli del Verbano la realizzazione di un nuovo bagno presso l’incubatoio, indispensabile per poter ospitare visite guidate in particolare per gli studenti delle scuole della zona.
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