Tutti assolti gli imputati del “caso bomboloni” di Maccagno
Fra gli imputati anche il sindaco Fabio Passera: “Ho passato 8 anni bruttissimi della mia vita e da domani si continua a lavorare come sempre, anche se più sollevato"
Tutti assolti perché «il fatto non sussiste»: sono gli imputati del “caso bomboloni” di Maccagno, vicenda che rimanda a qualcosa di dolce da consumare al caldo ma invece riporta i pensieri all’amarezza delle persone coinvolte in questa storia e accusate, fra gli altri, del reato di abuso d’ufficio.
Il punto pubblicistico degli illeciti contestati riguardava infatti le accuse mosse ad alcuni amministratori e pubblici ufficiali sospettati di aver utilizzato un fondo comunale per riporre alcuni bomboloni – appunto – di Gpl dopo la cessazione di una fornitura in un condominio di Maccagno con Pino e Veddasca.
Il fatto risale al 2013 e lo stesso pubblico ministero di Varese nell’ultima udienza aveva chiesto, assieme ai difensori, l’assoluzione.
Come imputato c’era anche il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca Fabio Passera oltre ad altri quattro cittadini – tra cui l’amministratore di condominio, un tecnico comunale, il capo della polizia locale e un agente dipendente della società di fornitura energetica: tutti portati di fronte al collegio giudicante di Varese (tre giudici, migliaia di ore di lavoro e prima ancora la giurisdizione preliminare col rinvio a giudizio, nel 2017) per fatti che si riferiscono a una vicenda lontana nel tempo emersa anni fa quando un condominio a Maccagno iniziò un contenzioso con la società che forniva i bomboloni e, mentre si attendeva una decisione amministrativa, l’amministratore dello stabile ottenne di poterli posizionare in un terreno comunale. La società estromessa, successivamente, denunciò anche che i bomboloni erano stati stoccati senza permesso.
«Sono contento, ho passato 8 anni bruttissimi della mia vita e da domani si continua a lavorare come sempre, anche se più sollevato», ha commentato a caldo il sindaco Fabio Passera.
«È stato giusto aver ristabilito la verità, resta il rammarico di aver perso molto tempo, in questi otto anni per una cosa di una banalità infinita. Ringrazio vivamente il mio difensore, l’avvocato Paolo Bossi».
La decisione del Collegio è arrivata nel tardo pomeriggio di martedì.
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