Laghi bassi e poca neve, le scorte di acqua sono ai minimi
Tra neve, laghi e invasi le riserve di acqua in tutto il bacino del Lago Maggiore segnano un -65% rispetto alla media del periodo. Un trend in continuo peggioramento e per il quale non si vede una fine
Guardando in basso si vedono le spiagge lunghissime, le barche nei porticcioli che sfiorano i fondali e i canneti che spuntano dalla sabbia. Alzando lo sguardo invece si vedono le cime delle montagne verdi, con una leggerissima spolverata di bianco. È in questa doppia assenza di acqua e neve che risuona l’emergenza per la scarsità di risorse idriche in tutto il bacino del Lago Maggiore, un problema che rischia di mettere una seria ipoteca sulla stagione estiva.
Partiamo dal Lago Maggiore. Ormai è da inizio anno che il livello delle acque nel bacino staziona intorno allo zero idrometrico, contro una media del periodo che lo dovrebbe vedere intorno agli 80 centimetri. Certo, i cambiamenti climatici e le bombe d’acqua degli ultimi anni ci hanno abituato anche ad improvvisi innalzamenti anche di oltre un metro e 20 in una manciata di ore. E infatti il livello del lago è infatti solo la punta dell’iceberg di un problema molto più profondo e che ha a che fare sia con con l’assenza di neve sulle Alpi che con i livelli bassi degli altri invasi che poi riversano le loro acque nel Verbano.
Arpa Lombardia ha infatti calcolato che in tutto il bacino idrico del Verbano -che fa cioè riferimento al Toce, a tutto il lato svizzero del Ticino e al Lago Ceresio- la scorta di acqua è inferiore del 65% alla media del periodo. La neve calcolata sulle montagne in questo periodo dovrebbe aggirarsi intorno ai 740 milioni di metri cubi ma quest’anno se ne contano solo 178 con un impressionante -75%. Stesso discorso per l’acqua negli invasi: dovrebbero esserci quasi 330 milioni di metri cubi ma oggi ce ne sono meno di 200, il 40% in meno. Se poi a questo si aggiungono i poco più di 90 milioni di metri cubi presenti nel Lago Maggiore contro i 270 previsti (-66%) si arriva ad un totale di riserva idrica disponibile di 467 milioni di metri cubi contro i 1.332 previsti.
A preoccupare è anche il trend di costante peggioramento della situazione. Se infatti da un lato ogni settimana questa scorta idrica si riduce del 5/6% dall’altro all’orizzonte non si vedono precipitazioni in grado di invertire la situazione, almeno fino a metà febbraio.
Una situazione che non è ancora arrivata ai minimi storici del periodo ma che comunque sta già avendo effetti collaterali. L’acqua invasata nel Lago Maggiore serve ad alimentare migliaia di aziende agricole, fabbriche, centrali elettriche, zone turistiche e habitat naturali protetti tra Lombardia e Piemonte attraverso il Ticino e i canali che da lui si riforniscono, corsi d’acqua che oggi vedono già tagliata la disponibilità di risorsa idrica. Dalla diga della Miorina vengono infatti erogati solo 62 metri cubi di acqua al secondo contro una media del periodo che dovrebbe sfiorare i 150.
Una situazione di scarsità di acqua che, anno dopo anno, si fa sempre più fisiologica e per la quale alla fine del 2021 si è ipotizzata una via d’uscita: l’innalzamento estivo del livello del Lago Maggiore, confermando l’altezza massima previsto in inverno di 1,5 metri sullo zero anche nella stagione più calda. Qualche comune rivierasco e alcune realtà turistiche stanno infatti contestando la decisione per i timori legati all’arretramento delle spiagge, un dibattito che oggi si scontra con la natura che tiene il lago molto lontano da quel livello.
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