Per le violenze fisiche sull’anziana di Cocquio Trevisago ci sarà il processo
L'uomo molto più giovane della vittima venne arrestato dalla Mobile del Varese nel settembre scorso dopo la denuncia dei famigliari della donna. Di ieri la decisione del tribunale di Napoli
Più vicina la verità processuale su fatti che portarono all’arresto di un farmacista quarantenne di origini campane ma domiciliato nel Comasco per questioni lavorative accusato di aver mandato in coma una anziana di Cocquio Trevisago con la quale aveva intessuto una relazione sentimentale partita alcuni anni fa. Per il sospettato la donna cadde a seguito di uno scippo all’esterno di un centro commerciale campano, per l’accusa invece fu un gesto volontario per il quale venne arrestato con l’accusa di “lesioni gravissime“.
La notizia è che per quei fatti il processo si farà.
Ed è dunque di eri, martedì 22 febbraio la decisione del gip di Napoli, «che ha rigettato sia la produzione di una perizia, da parte dell’imputato, sia la nomina di un “ctu“ (cioè un consulente tecnico d’ufficio, nominato dal giudice ndr) per farne una autonoma e, pertanto, ha inviato gli atti al collegio per il processo ordinario, la cui data ci sarà notificata dalla cancelleria», spiega l’avvocato varesino Matteo Pelli che rappresenta in giudizio entrambe le figlie della donna costituitesi parte civile nel procedimento in corso.
I fatti riguardano quanto avvenuto nel corso del 2017 quando l’anziana finì prima in pronto soccorso a Terni e poi in un centro di riabilitazione del Varesotto per la caduta patita mentre stava guardando le vetrine di un negozio, caduta prodotta secondo l’accusa proprio dal quarantenne raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La donna, che al tempo dei fatti aveva 78 anni, rimane sempre in coma vegetativo, condizione in cui si trova da oltre 4 anni ormai. È ricoverata in una struttura privata.
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