Tappa a Ispra per Alfieri e Astuti: “La gestione dei profughi richiede nuove priorità”
Visita alla Casa Don Guanella di Barza nell'ambito del tour dei due rappresentanti del Pd. Al centro dell'incontro le nuove sfide legate all'accoglienza verso chi fugge dalla guerra in Ucraina
È un’emergenza nuova e molto delicata quella che si stanno trovando ad affrontare i sindaci e gli amministratori locali. La gestione dei profughi in fuga dall’Ucraina, non è infatti soltanto un problema di accoglienza e ospitalità, ma apre una serie di nuove questioni che vanno dall’integrazione alla sicurezza, dalla mediazione culturale alla progettualità rispetto al futuro. Di questo si è parlato stamattina all’incontro che si è svolto alla Casa Don Guanella di Barza (Ispra), tra il sindaco, Melissa De Santis, il senatore del Pd Alessandro Alfieri e il consigliere regionale, Samuele Astuti.
Accolti dal direttore del centro, don Domenico Scibetta, Alfieri e Astuti hanno fatto tappa nel cuore del Basso Verbano, nell’ambito di un tour che li sta portando a incontrare diverse realtà importanti della provincia di Varese. In un luogo che ha fatto della cura dei più fragili la sua missione, come ha ricordato il sacerdote, il tema dell’accoglienza dei rifugiati è oggi centrale.
«Attualmente a Ispra sono presenti 35 cittadini ucraini scappati dalla guerra, tra loro ci sono 18 bambini. 8 rifugiati sono ospitati proprio qui, alla Casa don Guanella – ha spiegato De Santis -. Questa situazione non può essere affrontata dai comuni con i protocolli che abbiamo utilizzato finora, servono regole e procedure specifiche che ci aiutino a capire come muoverci e a gestire tutte le peculiarità che ne derivano e che riguardano diversi ambiti come la scuola e il mondo del sociale».
Una vera sfida di sussidiarietà, perché tocca anche tutti i livelli territoriali, dai piccoli comuni allo Stato centrale. «Confrontarci con i sindaci e con coloro che si occupano di far fronte a questa prima fase di emergenza è fondamentale perché ci aiuta a capire anche quali sono gli interventi più urgenti da proporre a livello nazionale – ha aggiunto Alfieri -. Abbiamo voluto fare un punto della situazione proprio per conoscere come si stanno muovendo i territori e quali sono i diversi bisogni che si stanno delineando».
Anche sul Lago Maggiore la risposta della cittadinanza è stata immediata e solidale: a livello territoriale in molti comuni della sponda lombarda del Verbano e attraverso la rete delle parrocchie sono stati raccolti generi di prima necessità e alcuni cittadini si sono perfino organizzati autonomamente per portare direttamente gli aiuti al confine o andare a recuperare le famiglie dirette in Italia. Per molti cittadini ucraini l’aggancio è dato da parenti e conoscenti che si sono trasferiti in passato in queste zone, soprattutto per motivi di lavoro. A Ispra, ad esempio i residenti di origine ucraina sono 70.
«Temo che ci troveremo ad affrontare un’emergenza che nei numeri sarà massiccia e straordinaria – ha osservato Astuti -. E occorre necessariamente ripensare gli strumenti per l’accoglienza e l’integrazione, perché quelli che abbiamo adottato finora hanno già mostrato tutti i propri limiti. È il momento di capire quali sono le nuove esigenze e di aprirsi a un nuovo modo di agire che veda collaborare amministrazioni e realtà del terzo settore».
In questa prima fase pubblico e privato hanno lavorato nella stessa direzione, ma in modo totalmente spontaneo. Sempre di più si presenterà il problema del “dopo l’arrivo”. «Fortunatamente c’è un buon confronto, anche con gli amministratori dei comuni vicini – ha concluso il sindaco di Ispra -. Abbiamo bisogno di fare rete e di definire le situazioni più urgenti e delicate, la prima fra tutte è quella che interessa i minori».
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