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Presentato a Varano il libro sui coregoni dei laghi varesotti

All'evento di sabato pomeriggio organizzato alla Borghi-1819 anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti

libro coregoni varano borghi

Un libro che unisce scienza alle vite di intere generazioni di pescatori, da tempi lunghissimi legate ai pesci dei laghi del Varesotto. Sabato 14 maggio alla Borghi-1819 è stato presentato il libro In lacubus territorij nostri dedicato ai coregoni: le specie di pesce più importanti per la sopravvivenza di coloro che hanno fatto della pesca il proprio lavoro. Insieme ai tre autori Renzo Dionigi, ex primario di chirurgia all’ospedale di Varese e primo rettore dell’Università dell’Insubria; Angelo Stella, ordinario di Storia della Letteratura all’ateneo di Pavia e originario di Travedona Monate; e Pietro Volta, biologo e ittiologo del CNR di Pallanza ha partecipato alla presentazione di sabato anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, discendente di pescatori e autore dell’introduzione.

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«Questo libro – racconta Dionigi – è nato durante un’uscita in barca. Da quei discorsi sulla pesca è scaturita la mia curiosità nei confronti dei coregoni. Ho quindi contattato Stella e Volta e subito si è costruita una forte sinergia. Io mi sono dedicato alla storia dei coregoni, ricercando informazioni e testimonianze all’interno dei trattati degli antichi studiosi».

«È un libro che va meditato – spiega Stella -. Un’opera scientifica, ecologica e insubrica. Descrive la vita delle civiltà delle nostre zone. Per questo motivo i suoi veri autori sono proprio i pescatori. Persone spesso divise da rivalità e competizione, ma capaci anche di forte coesione».

«La parte più difficile di questo libro – afferma Volta – è stato coniugare l’aspetto scientifico a quello umano. Quella del pescatore era una vita dura e faticosa. All’inizio pochi e dal basso valore economico, col tempo i coregoni sono diventati (soprattutto con l’introduzione della bondella) un’importantissima risorsa per chi viveva di pesca».

«Questo libro – ha poi aggiunto il ministro Giorgetti – mette nero su bianco la cultura che generazioni di pescatori hanno tramandato a voce da padre in figlio. Una cultura fatta di silenzio, tradizione e rispetto. La pesca insieme alla caccia è stata tra le prime attività economiche dell’essere umano, e i pescatori si sentono da sempre padroni di loro stessi e mai inferiori a nessuno. Inquinamento e modernità hanno però sempre più assottigliato il numero di chi la pesca la pratica come lavoro. Questa ricchezza di sapere non deve svanire. Bisogna trovare il modo di coinvolgere le nuove generazioni».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it
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Pubblicato il 14 Maggio 2022
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