Da Gallarate al World Economic Forum: la storia di Andrea, scelto tra i Davos 50
"Un riconoscimento che capita una volta nella vita", commenta emozionato Andrea Latino, che è uno dei due italiani scelti tra i Davos 50 per il forum di Davos. Partito dal basso, primo laureato della sua famiglia, ci ha raccontato del meeting più importante al mondo
Da oggi, lunedì 23 maggio fino a giovedì 26, la città di Davos (nella Svizzera tedesca) ospiterà il World Economic Forum, l’evento pubblico più importante al mondo che raccoglie 2mila persone del mondo politico e imprenditoriale.
Tornerà per la prima volta in presenza dopo due anni di incontri in remoto: tra i 50 selezionati in tutto il mondo per rappresentare la comunità dei global shapers c’è Andrea Latino, originario di Gallarate, che è l’unico italiano a prendervi parte insieme a un’altra ragazza.
Latino ha 31 anni e nel 2020 era stato inserito nella classifica di Forbes Under 30 a capo della sezione marketing & advertising per la sua carriera di consulente digitale freelance e per aver co-fondato Leviathan e Seraph.
Si è trasferito in Svizzera, vicino a Losanna, alla fine del 2019 e dal 2022 lavora per Nestlè: «Sono stato selezionato per The Accelerator, un programma che ogni 6 mesi raccoglie le idee dal settore del food che arrivano da studenti. scienziati e ricercatori: ne selezionato 3-4 e facciamo il test shop, realizzando e testando il prodotto in 6 mesi». Nello specifico, lui si occupa della parte inerente all’innovazione e alla crescita digitale: «Per 12 anni sono stato consulente e imprenditore freelance, ma sentivo che mi mancava una “scala”: ora mi intriga molto lavorare con velocità e vedere l’impatto che hanno i prodotti che ho sviluppato sul mercato».
Il World Economic Forum
«La bellezza del meeting – spiega – è che mette insieme tuti i più grandi del pianeta e i Ceo delle aziende più importanti al mondo per discutere dei problemi più urgenti e delle sfide del futuro». Ovviamente il conflitto in Ucraina sarà uno dei temi: il presidente Volodymyr Zelensky parlerà lunedì 23 maggio in videoconferenza e sarà presente il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. Saranno invece assenti i leader russi.
Assieme alla guerra verranno affrontati la ripresa dalla pandemia da Covid-19, la lotta ai cambiamenti climatici, la costruzione di un futuro migliore per il lavoro e l’equità e l’utilizzo delle tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale: “Lavorare insieme, ripristinare la fiducia” è, infatti, il titolo dell’edizione 2022.
In rappresentanza dell’Italia parteciperanno il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili) il ministro Roberto Cingolani (Transizione ecologica) e il ministro Vittorio Colao (Innovazione e transizione digitale). Presenzieranno, inoltre, il ceo di Enel, Francesco Starace (insieme al presidente Michele Crisostomo), il presidente di Unipol, Carlo Cimbri, il presidente di Illycaffè, Andrea Illy, e la presidente di Saipem, Silvia Merlo.
Di cosa ti occuperai al forum? «Sono affiliato al forum dal 2012, quando presi parte al gruppo dei global shapers, che è molto ristretto e al tempo comprendeva le eccellenze Under 30. Mentre ora mi è stato chiesto di costruire a Losanna un hub cittadino di global shapers: in 4 mesi ho selezionato 25 giovani eccellenti provenienti da diversi ambiti».
La sua prontezza e velocità hanno stupito i piani alti al punto da sceglierlo per inserirlo tra i Davos 50: «Sono i ragazzi che parteciperanno a tutte le sezioni dell’annual meeting con la possibilità di interagire con i politici e gli imprenditori». Si sente fortunato perché, tra i pochi europei, è l’unico italiano insieme a un’altra ragazza che lavora alla Commissione Europea: «É un riconoscimento cha capita una volta nella vita». Infatti a livello mondiale i global shapers sono circa 10-12 mila (nelle grandi città del mondo se ne contano 20), «ma tra questi ne scelgono solo 50 per il forum».
“Partito dal basso”
Soddisfatto e orgoglioso del traguardo raggiunto, Latino non dimentica da dove viene: «Sono partito da niente: sono il primo laureato della mia famiglia. Quando studiavo all’università non ho mai fatto una vacanza, ho sempre lavorato per contribuire alle spese famigliari». Il traguardo raggiunto è ancora più luminoso se pensa a quando era al liceo (ha frequentato il liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Gallarate):«Mi hanno sempre guardato dall’alto al basso dicendomi che non sarei andato da nessuna parte».
Proprio per questo il suo può essere un esempio positivo per altri ragazzi che, come lui, non provengono da una famiglia facoltosa: «Io con la forza di volontà, la fortuna e lo spirito imprenditoriale dopo averne passate di ogni sono arrivato qui a 31 anni. Tutto quello che ho fatto, a partire dall’attività di consulenza, l’ho fatto in Italia e da solo». Ora in Svizzera ha abbracciato una nuova vita e una nuova carriera, che ancora devono svilupparsi.
Hai qualche consiglio da dare a chi vuole fare l’imprenditore o chi ha un sogno e dovrà cavarsela da solo? «Se uno ce la mette tutta, indipendentemente da quello che dicono gli altri, se ha ben a fuoco le proprie capacità e come metterle in pratica, ce la può fare. Senza trovare scorciatoie», risponde Latino, dichiarando che «si può ancora ritagliarsi uno spazio nell’industria tradizionale e crescere, anche se magari, a volte, la strada da percorrere è in un altro paese».
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