Ricominciano sabato 2 luglio i saldi estivi. Attesa una spesa media pro capite di 88 euro
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, la spesa media attesa per le famiglie è invece di 202 euro. Felloni: "Previsioni in lieve aumento ma è necessario combattere la concorrenza sleale"
Ricominciano oggi, sabato 2 luglio, i saldi estivi. I prezzi ribassati saranno in vigore fino al prossimo 30 agosto, per un totale di 60 giorni.
La prima regione ad essere partita con la stagione dei saldi è stata la Sicilia, che ha iniziato venerdì 1 luglio. Lombardia e Piemonte, insieme a tutte le altre regioni hanno invece iniziato sabato 2 luglio, mentre la provincia autonoma di Bolzano partirà il 15 luglio.
È questo un appuntamento molto atteso da imprenditori e consumatori, che dopo due anni di pandemia tornano a vivere il momento dei saldi senza restrizioni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno ogni famiglia spenderà in media 202 euro, pari a 88 euro pro capite, per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro.
A commentare la partenza dei saldi, il presidente nazionale di Federazione Moda Italia Giulio Felloni: «Le stime di spesa media a famiglia per questi saldi estivi sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno e corrispondono al ritorno del turismo nazionale ed internazionale soprattutto sulle coste e nelle città d’arte. I saldi estivi potranno rappresentare una vera opportunità, considerando il generale aumento dei costi e le previsioni di crescita dei listini delle prossime collezioni. Il settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori, infatti, ha finora resistito all’incremento dei prezzi a fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi, dando alla clientela la possibilità di acquistare a prezzi veramente convenienti. L’acquisto nei negozi di prossimità, rappresenta il vero sostegno ai nostri centri urbani in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Anche per questo non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione. Chiediamo, quindi, che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico».
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