L’Assegno unico discrimina le famiglie monoparentali: la denuncia di una mamma
Negata ai genitori soli la maggiorazione prevista per i minori con entrambi i genitori lavoratori. Una varesina scrive a Mattarella: "Lo Stato ci considera genitori e figli di serie b"
L’Assegno unico per i figli introdotto ad aprile prevede una maggiorazione per i figli con entrambi i genitori lavoratori. Il caso delle famiglie monoparentali (in cui il minore ha un solo genitore) non è esplicitamente considerato dalla norma e così, inizialmente, la maggiorazione è stata spesso riconosciuta anche ai genitori soli e lavoratori, considerando che per il minore la situazione è la stessa: non ha un genitore che se ne possa prendere cura a tempo pieno.
L’Inps però ha interpretato ufficialmente che “Se si è genitore unico (vedovo o con figlio non riconosciuto), nella domanda NON si deve selezionare la voce relativa al diritto alla maggiorazione per reddito da lavoro”, come riportato nelle Faq sull’Assegno unico). E alle famiglie monoparentali che hanno ricevuto la maggiorazione in questi mesi chiede indietro quanto sin ora elargito.
La situazione viene denunciata come discriminatoria nel confronti dei minori in famiglie monoparentali e punitiva verso i genitori soli da una mamma varesina, con lettera aperta, inviata al Presidente della Repubblica e alla Presidenza del consiglio.
Di seguito il testo completo.
Genitore monoparentale, genitore single, genitore solo: più di un modo per identificarci, nessun aiuto per salvaguardare noi e i nostri figli.
Spesso, quando mio figlio o io spieghiamo senza problemi la nostra situazione agli altri la risposta è un timido “mi spiace”. A me no, non dispiace: è capitato, per vari motivi, come è successo a molti altri, per altri svariati motivi.Quello che mi spiace è essere considerata un genitore di serie b, non tanto dagli stereotipi, ma dallo Stato italiano, completamente assente per noi. Non esistiamo, non abbiamo alcun tipo di aiuto. Siamo considerati famiglie normali o sembrerebbe meno.
Io ho due part time per avere uno stipendio dignitoso e avere anche il tempo di occuparmi da sola di mio figlio. Oggi ho scoperto che l’Assegno unico per il mio bimbo è diminuito di 30 euro, 30 euro di maggiorazione spettante a chi ha entrambi i genitori lavoratori. Una maggiorazione che inizialmente mi era stata riconosciuta e che ora, a seguito di una precisazione, mi viene tolta (tra l’altro con l’obbligo di restituire quanto sin ora riconosciuto).
Mi chiedo: io non sono entrambi i genitori per mio figlio? Per un genitore solo le fatiche sono doppie, perché non c’è l’altro con cui condividerle. Mio figlio non ha l’altro genitore non lavoratore che può occuparsi a tempo pieno di lui. Ma lo Stato, invece di aiutarci ,decide che valiamo di meno, non abbiamo diritto, io e mio figlio, a quell’aiuto economico in più che spetta ai figli che non hanno un genitore non lavoratore a casa ad aiutarli.
Sono molto delusa e sconcertata. Trovo una grande ingiustizia non equiparare la situazione di un figlio con entrambi i genitori lavoratori a quella di un bambino che ha un genitore solo e quel genitore lavora.
Mio figlio oggi viene discriminato e io forse peggio, punita, per qualcosa che fatico a comprendere.
Ci tolgono 30 euro, che sono tutto perché sono 30 euro di principio, 30 euro che riconoscono o negano, a me e a mio figlio, pari dignità rispetto alle altre famiglie. Questo sono per me.Lettera firmata
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.