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Individuata l’area per la moschea di Sesto Calende

L'area scelta è ricaduta sulla località "la Quadra", nella zona industriale della città, tra via Capé e via dell'Artiginato. Primo passo in avanti a distanza di 10 anni dall'inizio del contenzioso legale tra amministrazione comunale e l'associazione islamica ticinese. L'ex sindaco Colombo, da sempre contrario: "Non intendo cedere di un centimetro"

islam - moschea foto - pixabay

Terminato il contenzioso legale tra la Comunità Islamica Ticinese e l’amministrazione comunale, durato quasi 10 anni e sempre contrario alle istanze della giunta sestese, a Sesto Calende è stato finalmente individuato il luogo ritenuto idoneo per la realizzazione della moschea. Lo scorso venerdì 20 ottobre, mentre la città stava ancora discutendo sulle sorti del mercato del mercoledì, è stata infatti depositato il “rapporto preliminare della variante del Piano Regolatore finalizzata all’individuazione di un’area per il culto islamico“.

Come spiegato nel documento presente sul sito ufficiale della Città di Sesto Calende, tra le dieci zone proposte avanzante dall’amministrazione all’associazione religiosa – tra le ipotesi anche quella di una porzione del territorio vicina al cimitero e un’altra accanto alla stazione ferroviaria – per la futura area di culto è stata scelta un’area comunale nella frazione dei Mulini, in località la Quadra.

«L’area è collocata ai margini del tessuto produttivo che insiste su via Capè – via dell’Artigianato […] risulta quindi essere quella che presenta le migliori condizioni di corrispondenza tra le necessità rappresentate dall’Associazione Culturale Islamica Ticinese e la perseguibilità tecnico-amministrativa della modificazione della funzione urbanistica», si legge nelle relazione preliminare dell’operazione, che corrisponde all’unico costo, oltre alle spese legali, di competenza della Città di Sesto Calende.

area moschea di sesto calende

La scelta, il primo passo concreto per la costruzione della prima moschea nella provincia di Varese, ha naturalmente riacceso gli animi della politica locale sestese, memore delle promesse portate avanti dall’ex sindaco e attuale consigliere regionale – nonché capogruppo di maggioranza a Sesto Calende – Marco Colombo, intransigente alla realizzazione del luogo di culto a tal punto da aver annunciato pubblicamente eventuali dimissioni dal consiglio comunale. Così in una seduta cittadina nel settembre 2021, appena dopo la sconfitta giudiziaria definitiva incassata dal Comune: «Chiederò al sindaco di fare una consultazione popolare, saremo tantissimi, andrò con la penna a prendere le firme pollaio per pollaio, casa per casa, giardino per giardino. La volontà dei sestesi dovrà essere chiara e si mi sbaglio mi dimetterò a vita privata».

Colombo: “Valutazione ambientale un atto dovuto dopo le scelte sbagliate da parte di chi voleva islamizzare Sesto Calende”

«Nel momento in cui avremo perso la battaglia e sarà costruita e inaugurata la moschea lo farò – ha commentato Colombo, che lo scorso anno aveva proposto anche un consiglio comunale interamente dedicato alla moschea -. Prima combatto. Da qui alla realizzazione effettiva della moschea a Sesto l’iter è lungo e complesso… come si suol dire: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E siamo solo all’inizio della partita e di sicuro a me non mancano le forze per resistere e lottare. Al momento è partita la Valutazione ambientale strategica, un atto dovuto al quale il Comune non poteva sottrarsi. Ma è solo la prima fase di un lungo procedimento. Da parte mia, non intendo cedere di un centimetro, andando avanti nel combattere questa scelta sbagliata, partita nel 2008 per colpa delle giunte di sinistra, che volevano islamizzare la nostra Sesto».

Non sono mancate le risposte da parte dell’opposizione, come Insieme per Sesto, che in passato ha accusato l’amministrazione di andare contro un diritto costituzionale,Sesto2030, che ritorna sulle dimissioni di Colombo: «Il capogruppo dovrebbe pensare alle dimissioni per aver mentito ai sestesi, convincendoli implicitamente che la sua parola avrebbe avuto più forza delle sentenze dei tribunali. È questione di rispetto nei confronti della cittadinanza dire la verità».

Il gruppo civico di Simone Danzo e Giorgio Circosta, in particolare, insiste ancora una volta sul fatto che l’amministrazione avrebbe mantenuto un atteggiamento di costante “campagna elettorale” sulla moschea pur sapendo l’esito giudiziario contrario e il “tempo prezioso sperperato n malo modo“.

Moschea Sesto Calende

(Nella foto un cartellone della lista di centrodestra La Lega della Libertà a ridosso delle elezioni del 2014, vinte da Marco Colombo)

Sesto2030: “Se si chiede di essere accettati si deve iniziare con l’accettare”

Conclude Sesto2030, ricordando che uno due principali attori in questione ancora non si è espresso pubblicamente: «Non è solo l’amministrazione a dover fare la sua parte, ma anche la Comunità Islamica. Se si chiede di essere accettati si deve iniziare con l’accettare: con l’aprirsi alla conoscenza e al confronto. Ed è quello che chiedemmo e chiediamo ancora. Se l’amministrazione avesse stimolato il dialogo attraverso la costruzione ai tavoli pubblici per il confronto tra cittadini e Comunità islamica accompagnate da serate informative, oggi Sesto Calende non vivrebbe come un trauma l’eventuale costruzione del luogo di culto islamico sul proprio territorio».

Perché a Sesto Calende si parla di nuovo della moschea

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Pubblicato il 25 Ottobre 2022
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