La lunga siccità: dopo un anno “torna” l’acqua nel Lago Maggiore
Le piogge tornano a riempire il Lago Maggiore, che arriva a livelli che non si vedevano da novembre del 2021. Ma il deficit idrico rimane ancora molto grave e le alte temperature non aiutano, specialmente in agricoltura
34 centimetri sopra lo zero. È questo il livello che nei giorni scorsi -dopo l’ultima perturbazione che ha coinvolto il Nord Italia- ha toccato il Lago Maggiore. Una situazione che in una stagione normale non sarebbe una notizia, ma che invece in questo secco 2022 è un record. Da inizio anno, infatti, il Verbano non ha mai superato quella soglia e anzi, per ritrovare una quota più alta bisogna tornare indietro al novembre del 2021, quasi un anno fa.
Se da un lato questa è una buona notizia, dall’altro non può far dimenticare la lunga ondata di siccità e tutti i rischi corsi nei mesi scorsi. Guardando sempre le serie storiche, infatti, siamo ancora ben al di sotto delle medie del periodo che in questo periodo dal 1942 ad oggi vorrebbero il lago intorno ai 90 centimetri di altezza.
Una situazione grave che viene fotografata anche dai bollettini settimanali di Arpa dedicati alle risorse idriche. Nell’ultimo si stima infatti come la quantità di acqua disponibile in tutto il bacino del Verbano -abbracciando dunque anche le riserve degli invasi tra Lombardia, Piemonte e Svizzera- sia ancora ben al di sotto della norma. L’acqua attualmente disponibile viene calcolata in 431 milioni di metri cubi (126 nel lago e 305 negli invasi di montagna) contro i 694 della media del periodo 2006-2020, segnando quindi un meno 37,8%.
La pioggia caduta nelle ultime settimane, infatti, non basta a colmare un deficit idrico consolidato e che rischia di mettere una seria ipoteca anche sulla prossima stagione calda. «Sulla Provincia di Varese sono caduti da inizio anno ad oggi tra i 600 e 700 millimetri di pioggia -dice Pierpaolo Torelli, Amministratore Delegato di Le Reti, uno dei gestori del servizio idrico in Provincia di Varese-. In media in un anno ne cadono 1.500 e questo significa che o cade metà della pioggia che dovrebbe cadere in un anno in soli due mesi oppure chiuderemo il 2022 con un severo deficit idrico». Per questo si cercano già soluzioni che possano aiutare ad affrontare il prossimo anno o le successive siccità.
Accordi con i privati e nuovi pozzi per l’acqua: così Varese si prepara alle prossime siccità
Proprio alla luce di questo non si può dimenticare che la siccità e il caldo anomalo continuano a farsi sentire. Se infatti il più della stagione agricola è andato, nei campi ancora non si può tirare un sospiro di sollievo. «In difficoltà per l’allarme siccità fuori stagione sono tutte le colture in campo -spiega Coldiretti- con gli imprenditori agricoli che stanno intervenendo addirittura con irrigazioni di soccorso per non compromettere le coltivazioni, dalle semine di grano ai kiwi prossimi alla raccolta, dal radicchio ai carciofi fino agli ortaggi lungo tutta la Penisola». Inoltre «il caldo sta anche provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante con il rischio di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature e la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni».
Come se questo non bastasse «nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dopo sono ancora diffuse zanzare e mosche. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.