“L’Anpi non dovrebbe celebrare il Giorno del Ricordo”. È polemica a Sesto Calende
"Un'affermazione disdicevole". Così la lettera da parte dell'Anpi Sesto Calende al sindaco dopo un parallelo fatto durante l'incontro pubblico in occasione del Giorno del Ricordo, che confrontava le stragi nazifasciste e le foibe
«Non dobbiamo permettere che l’Anpi celebri la “Giornata del Ricordo“, sarebbe come se un’associazione di ufficiali nazisti celebrasse la “Giornata della Memoria». Un parallelo che senza dubbio risuona controverso e che sarebbe stato formulato lo scorso venerdì 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo a Sesto Calende, alla presenza delle istituzioni e del senatore Roberto Menia, primo firmatario, insieme all’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, della legge 92/2004 che ha istituito una data dedicata al ricordo dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.
La denuncia arriva dalla presidente delle sezione sestese di Anpi. Dopo aver preso parte all’evento e aver udito la frase, Giovanna Gazzetta – nipote di uno dei martiri di Borgo Ticino – ha infatti deciso di inviare all’amministrazione Comunale una lettera scritta a mano e protocollata (nella foto sotto) per sottolineare l’accaduto, riportando, “a memoria”, la frase sopra citata e pronunciata mentre si svolgeva dell’incontro pubblico: «Una cosa spiacevole – conclude Gazzetta nella lettera -, l’assessore alla cultura (il vicesindaco Edoardo Favaron) e il sindaco non hanno ritenuto di replicare e dissociarsi».
«È stato ben chiaro che il parallelo presentato dal relatore e riassunto fedelmente nella lettera fosse un gratuito, insostenibile e non pertinente giudizio di parte – commenta invece l’ex sindaco e consigliere di minoranza Roberto Caielli, presente anch’esso lo scorso venerdì e che pure ha inviato un’email al Comune prendendo in prestito le parole di Claudio Magris -. Un parallelo oltraggioso e odioso che ha svilito un appuntamento civile importante e partecipato».
Non è tarda la risposta di Marco Fornasir, tra gli organizzatori e moderatore dell’incontro avvenuto in sala consiliare: «Il sindaco Giovanni Buzzi mi ha informato di questa lettera firmata da Anpi Sesto Calende, ricevuta in Comune e indirizzata al primo cittadino – commenta
«Al momento – continua – sto preparando una risposta ufficiale che arriverà nei prossimi giorni “circostanziata” e con una serie di documenti allegati. Uno di questi è un articolo che fa presente come il viceministro alla pubblica istruzione, Paola Frassinetti, (sottosegretario al ministero di istruzione e merito ndr) abbia “bloccato” un corso di aggiornamento di storia per i professori delle scuole secondarie accorgendosi che i relatori fossero esponenti dell’Anpi. Bisogna ricordare che non furono soltanto i partigiani slavi ma anche quelli italiani a compiere gli omicidi. In sala consiliare ho fatto presente che sarebbe qualcosa di inimmaginabile se a parlare delle stragi ad opera dei nazisti, come la Shoah, le Fosse Ardeatine o l’Eccidio di Sant’Anna, fosse un loro epigono o un simpatizzante. Invece con gli esuli a quanto pare si può fare di tutto perché per 60 anni c’è stata una “storia ufficiale” che non ha mai avuto contradditorio fino a quando nel 2004 è stata ufficializzata la legge sul Giorno del Ricordo anche grazie al senatore Menia, presente venerdì a Sesto Calende dopo le celebrazioni a Roma».
«Quello che vorrei far capire ad Anpi – conclude Fornasir – è che loro devono dissociarsi dai crimini e dalle torture commesse nelle nostre terre. Proprio venerdì il Presidente della Repubblica è stato chiaro: basta reticenze su quanto successo sul confine orientale. È sacrosanto raccontare l’orrore commesso e attribuire le colpe ai nazifascisti quando si parla della Shoah e dell’Olocausto ma quando si parla delle foibe, invece, ci si limita a raccontare delle vittime, con una nebbia che cala totale sui responsabili. Dopo 80 anni è allora possibile fare nomi e cognomi dei responsabili?».
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