Quantcast

“Con le bici in treno il giorno di Pasquetta, un viaggio da incubo”

Partito da Sesto Calende per una gita sul Lago Maggiore il nostro lettore si è trovato su un treno di soli quattro vagoni stipato all'inverosimile di turisti

Generico 2018

Buongiorno,
ho inviato questa mail all’Assessore Trasporti Regione Lombardia, Regione Piemonte e a Trenord. Trenord mi ha già risposto con una mail preconfezionata e asettica in modo assolutamente insoddisfacente, inoltro quindi anche alla vostra redazione.

Vorrei segnalare una situazione di disservizio e di rischio per la sicurezza dei passeggeri ferroviari di cui sono stata testimone in prima persona.
Lunedì mattina, 10 aprile Pasquetta, mi recavo con due amici alla stazione di Sesto Calende per prendere, con le bici, il treno Reg 2418 delle 10.12 che parte da Milano Centrale con destinazione Domodossola.
Il treno era già strapieno, con la gente in piedi che sostava nella piazzola di accesso.
Sulla carrozza destinata alle bici non c’era spazio per tutti e tre.
Ci siamo quindi separati ognuno su una carrozza ed in qualche modo siamo riusciti a salire. È stato un viaggio molto faticoso, non avendo la possibilità di attaccarmi a nessuna maniglia che erano tutte o occupate o lontane. Dovevo tenere la bici per non farla cadere addosso ai viaggiatori in piedi intorno a me.
La gente si lamentava, pur in forma composta e civile. Fortunatamente, prima ad Arona e poi  a Stresa sono scesi quasi tutti i passeggeri e quindi siamo riusciti ad arrivare a Verbania Pallanza sani e salvi.
Il treno era pieno di turisti italiani e stranieri venuti a visitare le nostre bellezze: lago Maggiore, isole Borromeo, villa Taranto,etc. etc.

La mia domanda è: “Come è possibile che durante le festività, sapendo che il flusso dei turisti aumenta, non si possa aggiungere qualche carrozza in più?” “Perché la gente paga un biglietto per viaggiare come bestie”.
Mi sono vergognata davanti a questi turisti che vengono a visitare il nostro paese e si trovano in queste situazioni da terzo mondo!

Ma la situazione peggiore è stato al ritorno!
Con le bici noi siamo andati fino a Domodossola.
Alle 16.51 abbiamo preso il treno Reg 33577 che parte da Domodossola e arriva a Milano Centrale, per scendere a Sesto Calende.
A Domodossola il treno era praticamente vuoto, quindi tutti contenti e sollevati abbiamo caricato le nostre 3 bici sulla carrozza dedicata, le abbiamo fissate ben bene nell’apposito spazio e ci siamo seduti di fronte, con il corridoio tra noi e le bici libero.
A Verbania è cominciata a salire un bel po’ di gente. Il corridoio si è subito riempito di gente in piedi.
A Stresa rallentando per entrare in stazione abbiamo visto una marea di gente sul marciapiede. “Oddio… e questi dove entrano?”
Le porte si sono aperte ed è entrato un fiume di persone. Tutti si sono stretti, accalcati. Qualcuno gridava “basta..basta”. Il treno e ripartito…ma c’era ancora la fermata di Arona.
Ho cominciato a sudare freddo… C’era una coppia con un passeggino con un bambino piccolo che piangeva ininterrottamente.

“Ma come facciamo a scendere a Sesto Calende?, “Come facciamo a prendere le bici con tutta la gente che c’è in mezzo?”
Stazione di Arona. Altra marea di persone!
La porta si è aperta. Sono riuscite ad entrare ancora 5 o 6 persone. Ancora tutti più stretti e ammassati. Il bambino nel passeggino ora urlava. Il treno non riesce a ripartire perché la porta non si chiude. Ci pressiamo un altro po’ così che la porta si possa chiudere.
Da Arona a Sesto Calende sono stati 15 minuti lunghissimi.

Per prepararci a scendere, abbiamo fatto sedere sui nostri sedili le 3 ragazze che erano in piedi davanti a noi, infilandoci a fatica tra le persone (per fortuna siamo magri) così in piedi siamo riusciti a slacciare le bici dalle cinture che le fissavano al supporto. Arrivati alla stazione di Sesto Calende. Le persone stipate nella piazzola di accesso sono dovute scendere per farci spazio…poi aiutati dagli altri passeggeri siamo riusciti a portare fuori le bici dal treno.

Sono scesa sul marciapiede della stazione che mi tremavano dalla tensione e dalla fatica. Ho dovuto sedermi un momento sulla panchina per riprendermi.
Intanto parecchie persone che aspettavano il treno non sono potute salire, tra cui 2 ragazze con la bici che dovevano andare a Milano.
Ma come si fa a trattare la gente in questo modo! Che vergogna! Ci vuole tanto ad aggiungere qualche carrozza? Il treno aveva solo 4 carrozze. Come si fa a fare pagare il biglietto e fare viaggiare la gente in queste condizioni? Ma soprattutto è una questione di sicurezza.

Naturalmente non si è visto nessun controllore e nessun personale ferroviario.
Anziché incentivare la gente a muoversi in treno, in modo da alleggerire il trasporto su strada!
Al di là di questa esperienza negativa con Trenord, devo dire che mi ha sorpreso il comportamento della gente.
Certo i passeggeri brontolavano, si lamentavano ma in modo civile, nessuno ha dato in escandescenza, pur essendoci tutti i presupposti per scatenare qualche reazione esplosiva.  Più che arrabbiati i passeggeri sembravano amareggiati, sfiduciati, rassegnati.
Un pendolare diceva che la situazione è sempre così anche nei giorni lavorativi.
Tutti cercavano di collaborare per contenere la situazione. Quando è arrivato il momento di scendere è stato tutto un: “Allora aspetta che sposto la valigia che così passi di qui” , “Mi sposto di qui così passi di là che si scende dell’altra parte”, “Vai vai tu… scendi che ti passo la bici”.
La gente si è dimostrata più civile, saggia e matura di chi dovrebbe invece garantire un servizio idoneo e dignitoso e soprattutto garantire la sicurezza di chi sceglie di usare questo mezzo di trasporto.

Mi piacerebbe sapere quali interventi  Trenord ha in previsione di fare, se ne ha, per migliorare la situazione di chi vorrebbe usare il treno come mezzo di trasporto. Un mezzo che in teoria dovrebbe essere più sicuro e ecosostenibile.
Grazie per l’attenzione.

Lettera firmata

Pubblicato il 13 Aprile 2023
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore