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Giovani “pellegrini della poesia“ a Luino

Nelle scorse settimane l’Archivio Vittorio Sereni ha ospitato un’importante iniziativa dedicata all’opera di Sereni e ai suoi luoghi luinesi rivolta a studenti liceali e universitari

Generico 10 Apr 2023

Meglio dunque l’itinerario più diretto della ferrovia: s’imbuca la lunga e tenebrosa galleria di Laveno, e all’altro capo luce, lago, montagne coperte di neve fanno un unico grido.

Così Vittorio Sereni descrive l’arrivo in treno nella sua città natale. È una mattinata soleggiata ma dal sapore ancora invernale quella che, a Luino, ha accolto un drappello di studenti del Laboratorio di Poesia del liceo Versari di Cesano Maderno, accompagnati dalle loro insegnanti, Chiara Anzani e Stefania Signorini.

A guidarli, in un itinerario tutto sereniano, c’è la professoressa Francesca D’Alessandro, docente di Letteratura Italiana, Italiano per la Comunicazione e Storia della Critica presso l’Università Cattolica di Milano e di Brescia. Pochi minuti di cammino separano la stazione da Palazzo Verbania e là, ad attendere i giovani visitatori, ci sono la dott.ssa Tiziana Zanetti, curatrice dell’Archivio Sereni, e il sindaco della città il dott. Enrico Bianchi. Li accolgono nella sala conferenze, che un tempo fu il salone ristorante del Kursaal.

Lo scopo del Fondo, che contiene gli archivi relativi alle carte di Vittorio Sereni e Piero Chiara, è quello di preservare, riordinare e rendere consultabili dagli studiosi le carte appartenute ai due letterati luinesi. «Non solo», spiega la dott.ssa Zanetti, «il fondo ha il compito di trasformare gli oggetti quotidiani di questi autori, siano carte, manoscritti, libri o addirittura la scrivania e la Olivetti 32 dello studio, in patrimonio culturale. Quello che può sembrare quasi un atto di invadenza nell’intimità di un autore, diventa così un processo irrinunciabile per consegnare il pensiero e i valori di questi uomini all’universalità della storia».

Un silenzio devoto accoglie il fremito dei manoscritti che si sfogliano una volta entrati nelle sale del Fondo. Quelle carte che sono l’unica ricchezza di un poeta, i miei soli beni, come Sereni stesso le definisce in Un sogno. La storia e la quotidianità tornano a fronteggiarsi sulla copertina sgualcita di un quaderno. Nelle pagine ingiallite i versi immortali e le cassature, la forza dirompente della parola e la fragilità del tratto di inchiostro sulla carta.

La professoressa D’Alessandro ha mostrato commossa ai giovani le varianti di alcuni testi e ne spiega il significato e le differenze dal punto di vista filologico. Inoltre racconta di come la poetica stessa di Sereni fosse via via mutata fino a sottrarre l’io protagonista, per farsi piccolo, per lasciare spazio alle presenza degli altri e delle cose, per farle durare e farle esistere. Il poeta si fa così voce corale, torna ad appartenere agli altri e gli altri a specchiarsi in lui; l’uomo invece è prigioniero, stanco, addolorato. Il suo respiro non riesce ad adeguarsi a quello vitale del lago, scintillante di vele candide nel sole: il ritorno al suo lago spalanca un abisso nel cuore, un ammanco che non può essere colmato, la coscienza del dolore esistenziale che non smette di tormentarlo.

Il gruppo di ragazzi si avvia poi verso il cimitero, per rendere omaggio alla tomba del poeta.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività culturali promosse grazie all’interessamento di illustri rappresentanti del mondo accademico e culturale, membri anche del Comitato scientifico dell’Archivio Sereni, presieduto dal Sindaco del Comune di Luino. Tra queste ricordiamo, nei mesi scorsi, la partecipazione dell’Archivio nell’ambito delle conferenze promosse e coordinate dal magistrato Dott. Giuseppe Battarino al Pontificio Collegio Gallio di Como il convegno dedicato alla letteratura del ‘900 e al patrimonio musicale con la supervisione e il coordinamento scientifico della Prof.ssa Paola Biavaschi, docente dell’Università degli Studi dell’Insubria e del Prof. Fabio Perrone, direttore delle attività culturali dell’Academia Cremonensis; la tavola rotonda, promossa dal Prof. Fabio Minazzi e dalla Prof.ssa Stefania Barile, presso il “Centro Internazionale Insubrico C. Cattaneo-G. Preti” dell’Università degli Studi dell’Insubria dedicata al tema delle fonti archivistiche per lo studio della cultura dei laghi. (articolo tratto da parte di uno scritto di Judith Ferioli)

Pubblicato il 14 Aprile 2023
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