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La madre picchiata per i soldi della droga, il patrigno minacciato: “Se non vendi la casa di Luino brucio tutto”

Il ricorso sofferente dell’uomo, testimone in un processo dove un trentacinquenne è imputato per maltrattamenti, lesione ed estorsione. “Gli insulti per ore intere, poi una sera sono stato male”

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Soldi e marijuana, continue richieste dei 50 euro per comprarsi da fumare e da bere, vivere al limite senza fare nulla e anzi pretendere. Quando poi qualcuno si metteva in mezzo per dire anche solo una parola, volavano botte. Schiaffi e pugni. Percosse alla madre per avere i soldi. Legnate al nuovo compagno poi marito della donna preso anche a male parole, insultato in continuazione fino al limite della pazienza, che l’uomo ha dimostrato di possedere mantenendo la calma durante la sua escussione avvenuta giovedì mattina dinanzi al Collegio di Varese.

Il ragazzo, classe 1988, era fissato con alcune questioni che compaiono fra le accuse che la Procura gli muove, e non ne voleva sentire ragioni. Primo, il riscaldamento: ai primi freddi doveva rimanere spento. Secondo: la casa di famiglia doveva essere venduta; ergo il terzo peccato erano i soldi: tanti, subito, sotto forma tanto di banconote e spicci per il bere quanto di bonifici, ma non da due lire: 10 mila per le vacanze, 12 mila per la macchina nuova (senza lavorare).

Poi altre follie come ridurre in un porcile gli appartamenti della casa dove viveva, attaccare briga con la sorella (anch’essa ascoltata come testimone), la scritta in rosso sul muro della cucina rivolto ai famigliari “MORIRETE TUTTI”, e il clou: la tanica di benzina brandita con la minaccia di dare fuoco alla casa. Così l’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Pellicini è finito davanti al giudice per reati pesanti: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e continuate, estorsione con una fila incredibile di aggravanti imputabili al legame di parentela con le persone offere appunto sorella, madre e padre acquisito.

I racconti ascoltati in aula hanno la forza di narrare gli sforzi dei personaggi loro malgrado coinvolti in questa vicenda nell’affrontare le asperità di tutti i giorni trovandosi di fronte a continue minacce che produssero nel periodo dei fatti uno stress emotivo notevole: «Una sera ero sdraiato al buio in sala. Lui era nell’altra stanza. È andato avanti per ore a offendermi. Alla fine mi sono sentito male, ho preso l’auto e sono andato in pronto soccorso con la tachicardia e sono tornato a casa all’alba», ha raccontato l’uomo. Il processo continuerà alla fine di giugno, e quanto contestato riguarda episodi fra il settembre 2021 e il gennaio dell’anno scorso.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 18 Maggio 2023
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