Si torna a parlare dell’impianto idroelettrico sul Colmegnino, l’Asd Pescatori: “L’agonia continua”
Dopo i tre mesi di sospensione circa la decisione di costruire o meno la centrale idroelettrica, la questione torna "a galla". Il presidente Saccucci: "Nonostante le normative contrarie, la società continua a richiederne la costruzione"
Era il 18 gennaio 2022 quando, a seguito di diverse segnalazioni e disaccordi, la provincia di Varese decise di sospendere per tre mesi– anche sotto richiesta della stessa società proponente “per eseguire approfondimenti tecnici” – la decisione di costruire una centrale idroelettrica sul Colmegnino, tra Luino e Dumenza.
Passati i tre mesi la decisione, però, sia essa affermativa o negativa, continua a tardare. «Nonostante le Amministrazioni e gli Enti direttamente interessati, le normative contrarie alla costruzione della micro-centrale, la società proponente continua a richiederne la costruzione e la Provincia prende altri 60 giorni di tempo» è infatti ciò che si legge nella lunga nota – sotto riportata per intero – dell’Asd Pescatori Alto Verbano, associazione che si dall’inizio si è dichiarata contraria alla costruzione della centrale idroelettrica.
CONTINUI RINVII RICHIESTI DALLL’AZIENDA PROPONENTE, PERCHE’?
Lo scorso 15 maggio avrebbe dovuto svolgersi la quarta Conferenza dei Servizi convocata per autorizzare o negare il consenso alla costruzione della micro-centrale idroelettrica sul torrente Colmegnino che scorre tra Dumenza e Luino
Ma l’agonia del torrente che con angoscia aspetta la sua sentenza di vita o di morte continua. La società imprenditrice ha chiesto per la terza volta un rinvio della decisione per effettuare ulteriori indagini e ci viene spontaneo chiederci se al momento della presentazione del progetto fosse realmente tutto in regola. Perché continuare a chiedere sospensioni e rinvii per fare sempre ulteriori indagini anche oltre i termini normativi? Solo per evitare un eventuale ricorso? Una società che ha già costruito e sta costruendo micro centrali in molte parti d’Italia, come può avere presentato un progetto per un ruscello che richiede continue indagini, verifiche, approfondimenti e ulteriori controlli anche oltre i termini normati dalla Legge per la chiusura della procedura? Come mai la loro consolidata esperienza per le micro- centrali idroelettriche (ci risulta che finora abbiano ritirato un solo progetto su un piccolo torrente in provincia di Parma) necessita di ripetute e continue revisioni e rivisitazioni?
NESSUNO HA MAI ESPOSTO I BENEFICI
Ciò che invece ci preoccupa maggiormente è il fatto di come nella Conferenza dei Servizi alla quale abbiamo partecipato nessuno si sia preoccupato di evidenziare quale sia il rapporto costi/benefici per l’ambiente e per chi vive nella zona, nessuno degli intervenuti ha segnalato quante famiglie ne avrebbero tratto vantaggio o di quanto sarebbero diminuite le bollette energetiche per gli utenti del territorio. Solo pronunciazioni tecniche che non ci hanno fatto comprendere quale e quanto sia il beneficio che l’ambiente e la società civile dovrebbero trarre dall’eliminazione della biodiversità del torrente al quale potrebbe essere tolto gran parte del suo deflusso minimo ecologico (e non deflusso minimo vitale come ignorantemente – o volutamente? – richiamato nelle riunioni). Nessuno ha mai parlato della fragilità del territorio nel caso delle ricorrenti e sempre più forti piogge; già di recente alcuni smottamenti hanno interessato quel territorio e lo sbancamento per la posa della nuova tubatura che in molti punti si incrocerà con quelle della rete di ALFA non aiuterà di certo le coste e le ripe ad autosostenersi. Perché di queste questioni non si è parlato?
LA PROVINCIA DOV’È?
Ci chiediamo poi come mai l’organo deliberante – Provincia di Varese – probabilmente costretto dalla burocratica normativa – non applichi i regolamenti in presenza del parere negativo innanzitutto delle Amministrazioni direttamente interessate (Luino e Dumenza), di Enti come Comunità Montana Valli del Verbano, Regione Lombardia, Commissario italo svizzera per la pesca, FIPSAS, del rapporto redatto dal CNR/IRSA che ha evidenziato come nel Colmegnino siano presenti animali a rischio estinzione (trota marmorata che risale il torrente per la riproduzione oltre al molto raro Cottus gobio alias scazzone) tutelati e protetti dalla Direttiva Habitat 92/43 dell’Unione Europea, oppure del fatto che la zona faccia parte della Riserva MAB Unesco, ma senza dimenticare che il corpo idrico è considerato tra i siti di riferimento di Arpa Lombardia con tanto di centralina di monitoraggio. Se non andiamo errati la normativa, per i siti di riferimento, cita il fatto che “è vietata la realizzazione di qualsiasi intervento che possa impattare sulle caratteristiche ambientali del corpo idrico e del suo bacino idrografico”.
VUOI AIUTARCI A DIFENDERE UN ECOSISTEMA FRAGILE? ECCO COME
Invitiamo chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, e qualora non lo abbia ancora fatto, a sottoscrivere la nostra petizione che ha superato le 1840 firme, contro la piccola quanto inutile costruzione della micro centrale sul Colmegnino: Petizione
«Nonostante all’inizio l’indifferenza sul sia stata grande, poco a poco la società civile e le amministrazioni locali interessate all’opera, oltre a Comunità Montana Valli del Verbano che ben conoscono la fragilità del territorio, hanno compreso ciò che non andava e si sono finalmente schierate contro il progetto – ha concluso Rolando Saccucci, Presidente dell’ASD Pescatori Alto Verbano -. A questo punto ci chiediamo realmente dove siano la tanto declamata prevenzione a tutela del territorio e l’interesse ad educare le nuove generazioni al rispetto del suolo e della natura. Questo lo chiediamo a provincia di Varese che a nostro parere avrebbe già dovuto esprimere da tempo il parere negativo. Quest’opera non darà alcun beneficio al territorio ed ai cittadini, ma arrecherà solo un danno irreversibile al torrente e all’ecosistema di quella piccola e deliziosa valle».
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