Lo skipper: “Un attimo e la barca è stata inghiottita dal Lago Maggiore”
Il racconto di Claudio Carminati agli amici che l’hanno incontrato dopo la tragedia. “ha bisogno di aiuto, gli siamo vicini”. Le indagini della Procura su capienza, omologazione e allerte meteo
«È stata una questione di attimi, in meno di 30 secondi la barca si è capovolta e mi sono trovato in acqua, pensavo di rimanere intrappolato invece sono riuscito a tornare in superficie. Ma Ania non ce l’ha fatta». A parlare è Claudio Carminati, lo skipper sessantenne della barca andata a fondo domenica dopo la crociera degli 007 sul Verbano, frasi riportate da uno dei suoi migliori amici, un imprenditore di Monvalle nella cui azienda l’uomo risulta residente: un appartamento nella foresteria di una ditta di materie plastiche nell’area industriale del paese.
«Continua a piangere, non riesce a parlare, sta da un’amica di un paese vicino che l’ha ospitato dopo la tragedia. È sotto tranquillanti e noi amici più intimi stiamo in ogni modo cercando di aiutarlo, anche economicamente, in questo terribile momento».
Claudio Carminati, 60 anni, nella giornata di martedì ha fatto visita alla moglie nella camera mortuaria dov’è custodito il corpo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Agli amici l’uomo ha raccontato di una telefonata fatta a riva per chiedere le condizioni meteo una volta accortosi della tempesta in arrivo, e di aver avuto rassicurazioni circa il tempo ancora buono verso la sponda lombarda. Per questo, invece di raggiungere il centro del lago, si è portato sotto costa.
Ma pochi minuti dopo la buriana fortissima ha investito l’imbarcazione, capovolgendola. «Pochi attimi prima della tragedia la moglie Ania aveva chiamato la sorella rimasta a Sesto. Era sotto shock. Le ha detto: ‘Sto pregando perché ho paura di morire’. Poi la comunicazione è caduta e alla telefonata successiva il telefono non prendeva», ricorda l’amico di famiglia.
Carminati, che ad oggi risulta indagato dalla Procura di Busto Arsizio per omicidio e naufragio colposi, viene descritto dalle persone che gli sono vicine in questo momento come molto prudente durante le sue uscite sul lago, che ben conosce poiché da anni viveva in barca che era casa e luogo di lavoro, e naturalmente anche mezzo per spostarsi lungo le rive del Verbano. Una confidenza con l’acqua di questo grande lago prealpino che non è servita a riportare in porto la sua imbarcazione, ora recuperata e trainata verso un bacino protetto per i rilievi che le indagini dell’autorità giudiziaria impongono.
Gli interrogativi sono legati alla portata effettiva dell’imbarcazione rispetto agli occupanti, alla conformazione tecnica della struttura dell’imbarcazione, alla presenza di presidi sufficienti legati alla sicurezza della navigazione e alla presenza o meno di allerte legate alle condizioni meteo, che a quanto pare riguardavano l’eventualità di temporali pomeridiani sulla fascia pedemontana, con sviluppo di molte nuvole cumuliformi sui rilievi. Le stesse che il “time laps“ di un fotografo ha immortalato nei momenti che hanno preceduto il naufragio.
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