Telelavoro per i frontalieri, pochi giorni alla scadenza dell’accordo e nessun rinnovo all’orizzonte
Il sindacato svizzero Ocst punta il dito sul Governo italiano che "ha deciso di prendere tempo sul telelavoro. Scelta miope e decisamente dannosa"
Sale l’apprensione dei lavoratori frontalieri per l’avvicinarsi della scadenza dell’accordo tra Italia e Svizzera sul telelavoro il prossimo 30 giugno. Mancano tre giorni e al momento non si vede all’orizzonte un nuovo rinnovo, nonostante diverse sollecitazioni inviate al Governo con ordini del giorno di maggioranza e opposizione.
In una nota il sindacato svizzero Ocst si è fatto interprete della preoccupazione per questa mancanza di iniziative concrete a poche ore dallo scadere della norma transitoria che permette ai frontalieri di poter lavorare da casa per il 40% del tempo di lavoro senza temere impatti tributari.
Il sindacato punta il dito contro il Governo italiano: “Il 30 giugno scadrà la norma transitoria voluta dal Governo italiano. La brutta notizia di queste ore è che l’esecutivo ha deciso di non rinnovare la validità della norma. Inoltre la stessa Italia (a differenza di quanto ha già fatto la Svizzera) per il momento ha deciso di non aderire ai nuovi regolamenti europei che pur permetterebbero ai frontalieri di lavorare da casa entro il 49,99% del tempo di lavoro senza avere impatti di natura previdenziale”.
“Nonostante tutti i tentativi fatti dalle parti sociali (e i numerosi ordini del giorno presentati in Parlamento), l’Italia ha quindi deciso di prendere tempo sul telelavoro – prosegue il sindacato ticinese – Scelta miope e decisamente dannosa per tutti i professionisti frontalieri del nostro territorio. Il Governo svizzero a sua volta ha cercato a più riprese di convincere la controparte italiana di sottoscrivere in tempo utile un nuovo Accordo amichevole che potesse dare stabilità ad una norma più moderna sul telelavoro. I negoziati sono ancora aperti e vi è fiducia che si possa arrivare ad una fumata bianca. A fronte tuttavia delle resistenze dell’esecutivo italiano, i tempi non saranno brevi (di certo non entro il primo luglio ma probabilmente nemmeno entro l’inizio dell’autunno). Fino a quando l’Italia non accetterà di aderire ai nuovi Regolamenti europei e, contestualmente, di sottoscrivere un nuovo Accordo amichevole con la Svizzera, il telelavoro per i frontalieri resterà così confinato dentro le vecchie regole, che sono molto stringenti e penalizzanti. Il nostro sindacato, grazie alle proprie partnership internazionali, farà quanto in suo potere per persuadere il Governo italiano ad accelerare i tempi.”.
COSA CAMBIA DAL 30 GIUGNO
In particolare, spiega la nota di Ocst:
PIANO PREVIDENZIALE – Il telelavoro sarà tollerato nella misura del 24,99% del tempo di lavoro (di fatto un giorno a settimana). Superando questa soglia il datore di lavoro svizzero sarebbe tenuto ad annunciare il dipendente all’INPS, con il conseguente obbligo di pagamento del relativo contributo.
PIANO FISCALE – I frontalieri residenti nei Comuni di confine (che di norma hanno il rientro giornaliero) se faranno anche un solo giorno di telelavoro perderanno il diritto di essere tassati solo in Svizzera, scattando per loro l’obbligo formale di fare la dichiarazione dei redditi in Italia e pagare l’IRPEF. Gli altri frontalieri (cioè residenti negli altri Comuni italiani) non subiranno invece impatti fiscali particolari, in quanto essi sono già tenuti in ogni caso a pagare in Italia l’Irpef sul reddito svizzero.
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