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La Procura di Varese ha aperto un’indagine per la frana di Creva a Luino

Sentiti dai carabinieri a “sommarie informazioni testimoniali” alcuni fra i residenti che hanno dovuto abbandonare la loro casa dopo il grande smottamento di gennaio

La frana a Creva di Luino

Per il distacco del costone roccioso che ha lambito i condomini della “Cavetta“ a Creva, quartiere di Luino lungo l’asse del fiume Tresa la Procura della repubblica di Varese ha aperto un’indagine. La notizia è stata confermata dal Procuratore della repubblica Massimo Politi che null’altro aggiunge circa l’esito delle indagini e i relativi riscontri cui l’attività investigativa sarebbe stata finora in grado di evidenziare.

Allo stato non è dunque confermato se vi siano o meno iscritti nel registro delle notizie di reato.

Mesi fa, nel marzo scorso, venne convocata una conferenza stampa proprio nel quartiere colpito dalla frana dove l’avvocato Corrado Viazzo, assieme alla collega Valentina Commissio aveva auspicato che la Procura attivasse indagini, annunciando un esposto proprio da inviare all’ultimo piano di piazza Cacciatori delle Alpi. «Almeno due miei clienti sono stati chiamati dai carabinieri della compagnia di Luino che ha raccolto le loro sommarie informazioni testimoniali su quanto avvenuto», ha dunque confermato il legale.

La notizia arriva all’indomani dell’annuncio da parte dell’amministrazione riguardo i passi avanti che si stanno facendo per il rientro dei circa cinquanta residenti rimasti ancora fuori casa e che potrebbero tornare nelle loro abitazioni tra circa un anno, a partire dalla primavera 2024. Si tratta di persone in affitto he hanno trovato sistemazioni alternative, ma anche residenti che devono ancora terminare di pagare l’appartamento acquistato, situazioni famigliari con anziani, persone disabili e minori. Insomma un microcosmo di fragilità, quotidianità da ricostruire, tranquillità di vita da ricreare poiché interrotta con quei rumori infernali scesi dal picco della montagna nel lato Nord della valle che frantumarono alcuni vetri dei lucernari nei pianerottoli delle scale, con sassi che distrussero tapparelle e in alcuni casi penetrarono di rimbalzo i muri perimetrali.

Una situazione ad un passo dalla tragedia che spinse quella mattina, giovedì 5 gennaio, attorno alle 8, a lasciare i propri appartamenti nei cinque piani del condominio «palazzina C», cui seguì nei giorni successivi l’intimazione da parte del Comune di abbandonare anche l’altra palazzina, la «B», con la contestuale messa in mora dei proprietari dei terreni (da cui sono patite le frane) per il ripristino dei luoghi e delle condizioni di sicurezza.

I prossimi passi annunciati dall’amministrazione che potranno portare verso il ritorno alla normalità sono dunque l’indizione di un bando per l’appalto dell’esecuzione della seconda fase dei lavori, lo svuotamento del vallo (il grande scavo posto a protezione degli edifici che si è riempito di detriti dopo le ultime rovinose cadute di pietre), la costruzione di una rete di contenimento molto più robusta e la riqualificazione dell’area interessata dalla frana.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Giugno 2023
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