Dopo lo spiacevole incidente di inizio giugno, con la cesta delle offerte sottratta da dei malintenzionati, l’arrivo dell’estate porta con sé alla Soara di Angera una nuova mostra degli artisti del Lago Maggiore, un nuovo trittico rappresentato dal percorso tattile (installazione “permanente”) – di Cosimo Damiano Latorre, l’ideatore delle mostre nella vecchia fabbrica poco distante dal centro dal borgo angerese, e dalle opere degli ospiti Giusy Di Claudio e Giuseppe Musso

Nella mensa dell’ex fabbrica minerale fino a domenica 16 luglio ritorna infatti disponibile la mostra con protagonista dell’ulivo incantato di Latorre, inaugurata in un ricco vernissage lo scorso sabato primo luglio alla presenza del sindaco Marcella Androni.

Quasi cinquanta la totalità delle opere esposte in questa nuova occasione lungo le pareti dell’immobile dismesso, a partire dai ritratti di bambini e i paesaggi realizzati dal Giusy Di Claudio, pittrice sestese vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti – tra cui una Gondola d’oro veneziana e un riconoscimento da parte di Vittorio Sgarbi –, e dalle evocative talking stones dello scultore catanese Giuseppe Musso.

Una miscela artistica, quella della Soara, che punta a coinvolgere i sensi degli spettatori, sia con le morbide pennellate che riproducono, tramite la forza del “ricordo d’artista“, le bellezze del Basso Verbano, sia con le pietre parlanti e l’ulivo tattile, da accarezzare a occhi chiusi nel percorso studiato da Latorre.

«Il mio primo ritratto di bambino risale al 2003 – spiega Di Claudio -, anche se ho iniziato a cimentarmi nella pittura a partire dagli Anni 90, per poi presto esporre sia in Italia che all’estero». Come molti pittori, anche Di Claudio porta sempre con sé un taccuino su cui realizza en-plain-air gli schizzi che poi daranno vita ai propri dipinti. Ritratti che nascosno da incontri, talvolta fortuiti, in cui la pittrice si imbatte, che sia il candido sorriso di un bambino incrociato durante una passeggiata sul lungofiume di Sesto Calende.

Alla morbidezza e alla luce emanata da Di Claudio si contrappone invece la durezza del marmo e della pietra scolpita, altrettanto affascinanti, soprattutto quando è la materia a richiamare l’artista, Giuseppe Musso.

«Ho deciso di chiamare le mie opere talking stones proprio perché sono loro a chiamarmi – spiega lo scultore, cresciuto a contatto con l’arte a Catania nella bottega del padre, carradore, per poi trasferirmi sul Lago Maggiore, dove è entrato a far parte degli artisti in movimento -. Mentre passeggio mi fermo a guardare ciò che mi circonda, trovo un sasso, lo raccolgo, lo guardo e immediatamente capisco cosa diventerà, se un cavallo, un cavaliere, un rospo o un pesce. La differenza tra ciò che immagina la mia mente guardando una pietra e l’opera realizzata è di meno del 10%».

«Non posso che dirmi soddisfatto dei risultati che la Soara sta ottenendo – conclude infine Latorre, che ha saputo portare ancora una volta curiosi e appassionati d’arte nell’area dismessa -. Il registro dedicato ai commenti è andato esaurito, ma ciò che mi dà più orgoglio è vedere che circa il 45% dei visitatori proviene da fuori Angera, sono quindi persone che si muovono apposta per venire a vedere queste mostre».

La Magnesia di Angera si riscopre “casa dell’arte” con l’itinerario tattile di Cosimo Damiano Latorre

ALLA SOARA, via Gianna Dal Molin – ingresso libero
Orari: dalle 9.30 alle 12.30 – dalle 15.30 alle 20