Spari di notte, nuovi bivacchi: fra Sangiano e Leggiuno tornano gli spacciatori e i sindaci chiedono aiuto
Nicola Tardugno e Matteo Marchesi scrivono al Ministro dell'Interno e al prefetto chiedendo rinforzi di militari per tornare a riconquistare le alture finite di nuovo in mano agli spacciatori. “I nostri cittadini meritano di poter frequentare, con le loro famiglie, e i loro figli, pacificamente i loro boschi, molti pubblici, soprattutto nei periodi estivi“
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Un grido d’aiuto messo nero su bianco che arriva dai sindaci di una zona flagellata dal fenomeno dello spaccio nei boschi. Si tratta dell’area verde fra Leggiuno e Sangiano, la zona del “Picuz“, altura boschiva dove già in passato i carabinieri della compagnia di Luino, armi in pugno avevano fatto diversi blitz per “riconquistala” dopo la presa da parte di gruppi si spacciatori maghrebini.
Ma negli ultimi giorni la situazione è degenerata, con residenti che si sono accorti del ritorno del viavai, bivacchi notturni, fuochi, colpi d’arma da fuoco, sentinelle per il controllo del territorio che fanno da filtro fra chi entra e chi esce nelle zone tornate in mano ai pusher con schema e copione che si ripete.
Dunque di fronte a questa situazione Matteo Marchesi e Nicola Tardugno, sindaci di Sangiano e Caravate hanno scritto una lettera alla prefettura di Varese e al ministro dell’ìInterno per sottoporre il problema e chiedere la soluzione, che secondo l’sos degli amministratori dovrebbe passare attraverso più uomini da schierare sul territorio a difesa delle zone passate di nuovo sotto il controllo dei pusher.
“Attraverso questa missiva vorremmo porre all’attenzione nuovamente la situazione che avvertiamo pericolosa, inerente allo spaccio nei boschi tra Sangiano e Caravate, sulle pendici del Monte Sangiano, a cavallo tra Picuz e San Clemente”, scrivono i rappresentanti delle comunità locali. “Nella notte fra il 13 e il 14 agosto si sono avvertiti degli spari e si intravedono da qualche giorno nuove luci notturne. Come avvenuto in passato grazie ad attività esplorativa in prima persona attraverso protezione civile e polizia locale abbiamo potuto constatare la presenza di nuovi appostamenti di spaccio”.
Qual è la soluzione prospettata dai sindaci? “Chiediamo alla Prefettura di competenza, al Ministro dell’Interno e agli Organi di Governo, uno sforzo per studiare delle strategie a medio periodo per fronteggiare questa piaga, nel mentre un intervento a breve termine con le forze dell’ordine competenti che si possano ritenere idonee per un pattugliamento nei nostri boschi”.
È, per i sindaci di Caravate e Sangiano, una questione di sicurezza. Ma anche di riappropriazione delle preziosità natutrali e paesaggistiche del territorio: “I cittadini di Sangiano e Caravate meritano di poter frequentare, con le loro famiglie, e i loro figli, pacificamente i loro boschi, molti pubblici, soprattutto nei periodi estivi“.
I carabinieri avevano “liberato“ la zona con un blitz nel gennaio del 2023 durante il quale vennero arrestati tre spacciatori maghrebini finiti poi in carcere: sequestrata droga, bilancini e tutto il necessario per gestire una piazza di spaccio. La zona in questione, inoltre, è molto vicina al punto in cui avvenne una furibonda sparatoria nella primavera del 2022, fra Sangiano e Laveno Mombello: a terra i carabinieri trovarono una cinquantina di bossoli d’arma da fuoco: colpi esplosi in pieno giorno fra le bande di pusher per il controllo del territorio.
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