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Luino piange Rosetta Garibaldi Merini, una delle “protagoniste” della vicenda della Gera

Spirata proprio nel giorno in cui la città celebrava la memoria di quei tragici eventi. I suoi funerali si terranno nella chiesa di Santa Maria Assunta di Voldomino Superiore mercoledì 27 settembre alle ore 14,30. Il ricordo dell'Anpi Luino

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(A cura dell’Anpi Luino)

Rosetta Garibaldi, una delle protagoniste della vicenda della Gera, ci ha lasciati per sempre, proprio nel giorno in cui la città celebrava la memoria di quei tragici eventi.

Arrestata insieme alla madre Maria, il 7 ottobre 1944, per aver ospitato nell’attigua cascina la formazione partigiana Lazzarini, fu tradotta nel carcere dei Miogni a Varese dove rimase per 45 giorni. Ripercorriamo quella pagina di storia attraverso il racconto della stessa Rosetta: «Ci trascinarono via di qui senza niente. Non ci diedero neanche il tempo di prendere un cappotto, un soprabito, un vestito, niente, ci portarono via con le ciabatte, così come eravamo quando ci si alza al mattino. Ci condussero a piedi dalla Baggiolina fino alla strada, dove ci attendeva la camionetta dei fascisti. Ci fecero salire, mentre loro erano intorno con i mitra spianati e ci portarono a Villa Danzi a Varese. Lì cominciò l’interrogatorio… In carcere un paio di volte io e la mamma ci spaventammo molto. I tedeschi, infatti, rientravano a mezzanotte e facevano aprire il camerone grande dove dormivano quelle povere ragazze che avevano trovavano per strada ammalate e che erano state espulse dal comune di Varese».

Poi finalmente giunge il giorno della liberazione: «Il mattino dopo, verso le 10.30, ci dissero: “Siete libere, andate”. I tedeschi ci aprirono il cancello della prigione e uscimmo. A quel punto avremmo dovuto prendere il tram per tornare a casa, ma non avevamo neppure una lira. Allora mia mamma che aveva dei cugini a Varese, i notai Giani, decise di recarsi da loro. Quando ci vide, mia zia Caterina (era seconda cugina di mia mamma, ma io la chiamavo zia), che aveva saputo tutto, ci abbracciò dicendo: “Maria, come ha fatto una donna come te a vivere in prigione?” e la mamma le rispose: “Caterina, ma il Signore c’è anche in prigione!” Questa era la fede di mia mamma. Allora ci diedero i soldi per prendere il tram e tornare a casa. Però la mamma prima volle andare a salutare e ringraziare il cappellano delle carceri, un uomo anziano che viveva a Biumo Inferiore: vedemmo una chiesa, entrammo, chiedemmo di lui, ma non ricordo come si chiamasse. Ci ricevette e fu felice di vederci e ci confidò che per tre giorni di seguito era stato chiamato perché gli avevano detto che ci dovevano fucilare. Poi siamo tornate a casa, ma a casa non abbiamo trovato più niente: era completamente vuota, non c’erano più nemmeno i fili della luce. Poi, in un secondo tempo, abbiamo saputo da una persona (l’Aldo Galante che era il sindaco), che avevano deciso di far saltare la casa con la dinamite e che avrebbero fatto sfollare tutti quelli che abitavano nella zona vicina alla Svizzera per abbattere le abitazioni. Quando entrammo nella nostra cucina, dalle scale scese una donna che ci chiese chi eravamo. “Siamo i padroni e siamo appena uscite di prigione”. Erano i Marazzato che avevano temporaneamente occupato la casa e che successivamente sarebbero andati a lavorare nell’officina di mio marito. Allora ci diedero un letto e da mangiare. Nei giorni seguenti ricominciammo la nostra vita con l’aiuto dei Voldominesi: tutti ci portavano qualcosa

Questa la storia di una donna che pagò di persona, insieme alla madre il prezzo dell’ospitalità. Un insegnamento che avevano appreso da don Folli col quale la famiglia Baggiolini – Garibaldi collaborava per aiutare i disperati che chiedevano di varcare la frontiera svizzera in cerca di una salvezza sperata, ma non ancora certa. Una ragazza coraggiosa che ha continuato anche in seguito ad aiutare tutti coloro che si rivolgevano a lei, operando in parrocchia e come segreteria dell’Asilo di Voldomino. Con lei scompare un’importante figura di riferimento per la nostra città.

I funerali di Rosetta si terranno nella chiesa di Santa Maria Assunta di Voldomino Superiore mercoledì 27 settembre alle ore 14,30.

Pubblicato il 25 Settembre 2023
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