La guerra a Glocal, due panel per scoprire come il giornalismo affronta i conflitti
Nell’edizione 2023 gli appuntamenti per raccontare il giornalismo di guerra, il lavoro degli inviati e le varie sfaccettature del lavoro giornalistico sono due, entrambi venerdì 10 novembre in Salone Estense (via Sacco 5)
La guerra è un argomento con cui abbiamo a che fare quotidianamente, in particolare dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha lanciato l’offensiva armata in Ucraina. Non è l’unica guerra che si combatte nel mondo e a Glocal, il Festival del Giornalismo organizzato da VareseNews e giunto alle dodicesima edizione ce ne siamo occupati varie volte, con sguardi diversi e ospiti che hanno raccontato e che raccontano i conflitti sul campo, da Lorenzo Cremonesi a Cecilia Sala.
Nell’edizione 2023 gli appuntamenti per raccontare il giornalismo di guerra, il lavoro degli inviati e le varie sfaccettature del lavoro giornalistico sono due, entrambi venerdì 10 novembre in Salone Estense (via Sacco 5), sede del Comune di Varese.
Il primo dalle 14.30 alle 16.30 affronterà il tema de “Il risvolto umanitario della guerra nel racconto giornalistico”, il racconto dei retroscena “umani” della guerra in Ucraina. Cosa sta accadendo in campo umanitario per lenire le ferite del conflitto? Gli aiuti internazionali, il volontariato, la società civile e il mondo dell’associazionismo: come hanno agito sia nelle zone di guerra che in Italia attraverso l’assistenza ai profughi. Moderati dal giornalista di Varesenews Roberto Morandi, appassionato di storia ed esperto di Balcani, ne parleranno Martina Toppi, giornalista de La Provincia di Como e Nicola Gini giornalista, responsabile di redazione de Il Giornale di Olgiate. Con loro, nell’evento organizzato insieme al Csv Insubria, ci sarà anche Nello Scavo, giornalista di Avvenire con una grande esperienza: ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone calde del mondo come la ex-Jugoslavia, la Cambogia e il Sudest asiatico, l’ex Urss, l’America Latina, le frontiere più ostili in Turchia, Balcani, Corno d’Africa e Maghreb. Si è occupato a lungo di immigrazione e ha firmato reportage dalla Siria, Libia e dalla Somalia. A metà febbraio 2022 è stato inviato a Kiev dove è rimasto per raccontare il conflitto nel cuore dell’Europa. Ha anche scritto un libro sulla sua esperienza in Ucraina, “Kiev”, che racconta il primo mese di guerra tra cause del conflitto, conseguenze politiche ed economiche, senza dimenticare il dramma umano attraverso la voce di chi sta vivendo in prima persona la tragedia della guerra.
Il secondo panel si terrà dalle 16:30 alle 18:30 e ha come titolo “Il ruolo del fixer nel giornalismo contemporaneo”. Di queste figure se ne sente parlare in contesti di guerra: sono quelle persone, spesso giornalisti, che aiutano i colleghi stranieri a muoversi sul campo. Si tratta però di una professione che si svolge anche in tempo di pace. E anche nel nostro paese. Addirittura nella nostra provincia. Spesso capita infatti che in occasione di grandi fatti di cronaca le testate nazionali e internazionali si appoggino a chi vive le realtà territoriali quotidianamente per avere informazioni, contatti, indicazioni su chi sentire, chi ascoltare, cosa cercare. L’ultimo esempio è di pochi mesi fa, quando nel lago Maggiore affondò un’imbarcazione con a bordo agenti segreti italiani e israeliani. Fu un caso di portata internazionale e nel Varesotto arrivarono giornalisti, televisioni e radio da tutto il mondo che si “appoggiarono” su chi per primo ha raccontato quella vicenda. Tra questi proprio i colleghi di VareseNews e in particolare Andrea Camurani, intervistato da una tv israeliana e contattato da testate tedesche, inglesi e americane in cerca di fonti e informazioni locali. Moderati da Tommaso Guidotti, giornalista di Varesenews, ne discuteranno Gabriele Cruciata, giornalista e podcaster romano specializzato in reportage, inchiesta e Slow Journalism, Laura Silvia Battaglia, reporter italiana, specializzata in aree di crisi e conflitti dal 2007, con un particolare focus su Yemen e Iraq, si è occupata negli anni di minoranze etniche, religiose e di genere, migrazione, terrorismo e traffico di esseri umani e di armi, e Arianna Poletti, una giornalista indipendente membro del collettivo FADA che dal 2019 vive e lavora in Tunisia, da dove collabora con testate nazionali e internazionali come Al Jazeera, New Lines Magazine, Geographical, El Pais, Alternatives Economiques, Socialter, Inkyfada, IrpiMedia e si occupa di Nord Africa e dei suoi rapporti con l’Europa, focalizzandosi su questioni sociali, ambientali e postcoloniali tra le due rive del Mediterraneo
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