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Aumento di cinghiali e ungulati nell’Alto Varesotto, Castoldi: “Proporremo aiuti concreti per i cacciatori”

Se n'è parlato in un incontro promosso venerdì 6 ottobre a Palazzo Verbania di Luino. Presenti anche il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso

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Venerdì 6 ottobre a Palazzo Verbania di Luino è stato organizzato un tavolo tecnico per concepire soluzioni concrete contro l’aumento dei cinghiali ed ungulati nell’Alto Varesotto.

Ad un anno di distanza dal primo convegno tecnico sul tema, Comunità Montana Valli del Verbano era presente in veste di mediatore ad un appuntamento dalla grande importanza. Una mattinata nella quale sono state esposte dal Prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello, tutte le problematiche date dall’aumento della fauna selvatica e alla quale hanno partecipato i rappresentati delle forze dell’ordine, le realtà amministrative del territorio, la confinante Comunità Montana del Piambello, ATS Insubria (Dipartimento Veterinario), Regione Lombardia (Dirigenza Caccia e Pesca, Dirigenza Servizi Veterinari ed Agricoltura), Provincia di Varese, il Comune di Varese, i parchi dell’area varesina, associazioni di categoria agricoltura, gli Ambiti di Caccia del nord della Provincia, ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e i gruppi venatori.

Un problema esteso, generalizzato e che deve essere trattato anche in un’ottica transfrontaliera. Coinvolto e presente quindi anche l’ufficio preposto Caccia e Pesca del Canton Ticino. Attenzione massima da parte di tutti gli enti, specialmente di quello regionale come ha sottolineato Guido Bertolaso, Assessore al Welfare di Regione Lombardia, intervenuto in streaming.

Il Prefetto ha descritto il notevole incremento di ungulati e cinghiali che sta causando ingenti danni all’ agricoltura, pericoli per la sicurezza stradale e che potrebbe costituire terreno fertile per il propagarsi della peste suina, ora presente in Lombardia solo nella provincia di Pavia.

L’incremento dei selvatici e tutto quello che ne deriva è stato affrontano in oltre due ore di lavoro nel quale hanno apportato il loro prezioso contributo non solo gli Enti pubblici, ma anche le associazioni di categoria degli agricoltori e gli stessi cacciatori. Proposte concrete che adesso saranno valutate dalla Prefettura e portate anche in sede parlamentare.

Dopo l’esposizione del massimo rappresentate dello Stato sul territorio, hanno preso la parola tutti i soggetti invitati. Al termine della relazione sulla peste suina in Lombardia è stata proposta anche una gestione diversa degli allevamenti di maiali, con zone di filtro tra allevato e operatori, in modo da evitare il propagarsi della malattia una volta giunta dal bosco nell’ambiente umano.

Sul tema propriamente faunistico, i gruppi venatori hanno illustrato la problematica ‘chiave di volta’ della situazione. I cacciatori, in minor numero oggi rispetto al passato, non riescono a frenare il proliferare del cinghiale anche se aiutati dalla caccia di controllo delle forze di Polizia Ittico Venatoria Provinciale. Come esposto, i costi dell’azione venatoria sono estremamente alti e la normativa attuale sia per la caccia in braccata (a squadre, con i cani) sia per quella di selezione (abbattimento di un capo assegnato) non rendono così efficace l’azione che servirebbe a contenere l’aumento esponenziale dei selvatici.

«Grazie a tutti per essere presenti e pronti ad affrontare una tema importante per questo territorio – ha dichiarato Simone Castoldi, Presidente di Comunità Montana Valli del Verbano -. Sottolineo la grande attenzione dimostrata dal Prefetto per la tematica e l’ottimo operato di tutte le forze dell’ordine, presenti costantemente là dove il tema impone attenzioni particolari. Da presidente CMVV vorrò portare alla discussione dell’assemblea dei sindaci la creazione di un fondo per supportare le spese dei cacciatori, risorse che potranno aiutarli nella loro fondamentale attività di controllo del numero di cinghiali. Spero che la Comunità Montana del Piambello possa condividere l’idea. I cacciatori ci stanno aiutando a risolvere un grande problema».

Danilo De Rocchi, Presidente del Gruppo Caccia di Comunità Montana Valli del Verbano ha proseguito: «La Polizia Provinciale sta facendo un’opera contenitiva importante ma i numeri ci dicono che dobbiamo fare di più. Diamo la possibilità al mondo venatorio di avere piani di prelievo aperti. Agiamo sia sulla caccia di selezione e sia su quella in braccata, ad esempio il periodo di abbattimento andrebbero esteso in modo da poter offrire una pressione venatoria più grande. Infine, come accennato da più interventi in questa sede, un’utile modifica sarebbe quella di rendere il cinghiale specie stanziale».

Tematica amplificata anche da Andrea Monaco di ISPRA, in costante supporto al Commissario sulla peste suina. Dopo una iniziale descrizione di una situazione critica che interessa in generale l’Europa, lo zoologo ha sottolineato l’importanza di allargare gli abbattimenti a tutte le età. Azione da collegare all’estensione delle aree di caccia e al periodo venatorio favorendo anche una premialità sugli abbattimenti per i cacciatori. «Tutti gli esemplari che potete abbattere, secondo la normativa che è stata anche molto ampliata negli ultimi anni, possono essere abbattuti. Il limite è che il mondo venatorio sta cambiando e si sta riducendo la ‘potenza di fuoco’ per ridurre questi animali», ha detto Monaco, che ha poi evidenziato quanto ISPRA sia al fianco dei gruppi venatori proponendo la necessità di aumentare i piani di contenimento e organizzare l’azione di abbattimento di controllo in capo anche ad operatori professionali, oggi affidato a squadre volontarie di cacciatori. << Come è stata eradicata la peste suina in Belgio ad esempio? Organizzando squadre di professionisti che sparavano giorno e notte, un servizio forestale molto forte che ha risolto il problema» ha concluso Monaco.

A termine dei lavori, gli interventi del consigliere regionale Emanuele Monti, che ha esposto volontà di creare un documento condiviso tra assessorati della Regione Lombardia cercando di fare sinergia sulle problematiche del cinghiale e quello dell’onorevole Stefano Candiani, che ha ribadito la necessità di sostenere i cacciatori anche con contributi, sottolineando poi come la stabilità governativa possa offrire un clima favorevole per mettere mano alla legge 157 che regola il prelievo venatorio. «Il problema va gestito per non subirlo un domani» ha aggiunto Candiani.

Un ottimo contributo è infine arrivato anche dai tecnici del settore caccia del Canton Ticino. Dopo aver sottolineato quanto la situazione sia simile al di qua e al di là del confine, hanno esposto le azioni fatte nel Luganese, Sottoceneri e Gambarogno. Oltre alle misure per prevenire la peste suina, hanno creato tavoli di lavoro ad hoc con i cacciatori organizzando anche la caccia speciale estiva e in notturna, attività che da subito ha portato risultati incoraggianti. Infine sono state attuate azioni di difesa dei centri abitati, ove la caccia è vietata, con sistema di gabbie e trappole per la cattura dei branchi.

Pubblicato il 14 Ottobre 2023
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