“Viadamilano”: su instagram il racconto del turismo sostenibile treno+trekking
Con il suo canale dal 2019 Pierre D'Alfonso porta alla scoperta di villaggi di montagna, sentieri sul mare, ma anche campagne a due passi dalla città. "Oggi anche tanti influencer della montagna parlano di 'luoghi a mezz'ora di macchina' da Milano. E perché non in treno?"
«Oggi anche tanti influencer della montagna parlano di “luoghi a mezz’ora di macchina” da Milano». E perché non in treno?
Parte un po’ da questa provocazione l’avventura di Viadamilano, l’account instagram che promuove i “trekking ferroviari”, una via al turismo sostenibile e anche al turismo di prossimità, quello che riscopre i luoghi “dietro casa”.
Dietro l’account c’è Pierre D’Alfonso: «Sono originario della Valle d’Aosta, anche se i miei genitori sono milanesi.Laureato in scienze politiche per la cooperazione internazionale, con esperienze come project manager in progetti di ecosostenibilià e agricoltura biologica in Romania, «da sei anni sono insegnante di sostegno».
Residente nella metropoli lombarda, D’Alfonso ha iniziato a pensare itinerari che consentissero di andare – appunto – “via da Milano”.
«Ho iniziato nel 2019 partendo inizialmente dalla mia passione per il viaggio in treno, anche se poi ho scoperto che piacevano
molto i trekking ferroviari, gite di un giorno, a volte prolungabili anche per più giorno. Inizialmente avevo iniziato con destinazioni entro i 150 km da Milano, poi nel tempo sono finito a proporre percorsi anche all’estero. Molti sono itinerari “circolari” che consento di arrivare e ripartire in treno dalla stessa stazione, altri sono itinerari che uniscono stazioni su diverse linee, si parte a camminare da una e si riprende da altra stazione».
Duecento gli itinerari mappati, 80 scritti. Ci sono luoghi conosciuti e altri decisamente meno noti. C’è la montagna ma ci sono anche gli itinerari “a km zero”, suburbani, appena fuori Milano, «come quello a Metanopoli o quello che dalla stazione di Pioltello permette di arrivare al castello di Peschiera Borromeo».
Quale è stato il primo itinerario che hai proposto?
«Appena prima del lockdown: una gita al Monte Pravello/Monte Orsa, partendo da Porto Ceresio. È uno dei miei luoghi del cuore, sulla prima linea elettrificata d’Italia, che veniva usata dai milanesi che andavano in vacanza. È una linea dal potenziale turistico enorme. A volte — voglio dirlo – sono anche critico sul servizio e capisco le difficoltà dei pendolari: la mia idea è far conoscere, incentivare, a volte anche spingere perché possa essere migliorato il servizio. È un modo anche per incentivare un turismo che non sia solo quello di massa che anche in Lombardia vediamo sul lago di Como. I miei trekking non vanno solo in montagna, ho fatto anche itinerari in Brianza, il parco di Montevecchia, nel Varesotto la valle Olona, la Valmorea».
Parlavi di servizio non sempre all’altezza: ci dici delle aree che secondo te non sono servite bene?
«Da Milano impossibile da raggiungere alla domenica è il lago d’Orta, quando basterebbe una coincidenza a Novara tra la linea per Torino e quella che va verso il lago. Oppure il Monferrato, una zona bellissima e ricca di tante particolarità, dai paesaggi all’archeologia industriale: le linee verso il Monferrato sono sospese nel fine settimana o addirittura sono chiuse del tutto. In Lombardia siamo messi meglio perché comunque anche linee secondarie sono in funzione anche alla domenica ma in generale anche la Lombardia e Milano, che si vantano di essere europee, sono ancora carenti. Ci sono linee di pianura che avrebbero un grande potenziale».
Un esempio di bellezza inattesa che ti ha stupito?
«In Lombardia direi la linea del “Besanino”, nella valle del Lambro appena fuori Milano, tra natura e archeologia industriale. Una linea che poi porta su fino a Civate, Valmadrera, Lecco, con i laghi e la montagna. Poi ho incominciato anche ad usare il treno notturno, che consente tante scoperte: sono andato sulla Francigena pugliese, sono tornato in Romania. È una modalità che offre possibilità interessanti. All’estero, ad esempio in Francia o Svizzera, si sono fatti molti passi avanti mentre in Italia siamo un po’ indietro».
Il profilo offre davvero tante escursioni diverse: da quelle “dietro casa” (compreso il Canton Ticino a un’ora di treno da Milano) a linee di grandissimo fascino paesaggistico come la ferrovia del Tenda, la linea che collega Cuneo con Ventimiglia e Nizza, entrando e uscendo dal territorio francese, tra boschi di montagna e olivi, arcigni villaggi in pietra e atmosfere che sanno già di Liguria. Dal mare ai monti, non manca – come detto – anche la funzione di denuncia civile dell’abbandono della rete anche in aree ad altissimo potenziale, come la Val d’Aosta (nella foto che apre l’articolo). E ancora i percorsi in bici sulle ciclabili ricavate là dove non corre più il treno, come la Spoleto-Norcia, nel cuore verde dell’Umbria.
D’Alfonso sarà anche alla fiera Fa’ la cosa giusta nel prossimo weekend: domenica sarà protagonista dell’incontro “In carrozza! Trekking ferroviari (a piedi e in bici) tra Italia e Europa“
con i giornalisti Monica Nanetti e Tino Mantarro, domenica 24 marzo, dalle 14, nella “piazza turismo lento”.
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