Ancora frane e smottamenti nel Luinese, semi isolata la frazione di Biviglione
Cede la strada che porta a Voldomino: il piccolo borgo al confine con la Svizzera raggiungibile solo dal ponte sul Tresa. Nelle ultime ora diversi altri smottamenti nella zona causati dal maltempo
Una massa di terra, sassi, alberi che invade la strada, una delle poche che i redenti impiegano per spostarsi fra il fiume e la montagna e muoversi in un territorio fragile quanto difficile da affrontare con le condizioni meteo avverse, quale è quello che circoscrive l’abitato di Biviglione, graziosa frazione di Luino , ala confine con la Svizzera.
Qui, nel fine settimana, si è registrata una frana sulla strada che porta all’altra frazione lunense, quella di Voldomino. Biviglione rimane di fatto semi-isolata e per raggiungere il borgo di qualche decina di abitanti è necessario percorrere la strada che si imbocca in prossimità del corso del fiume Tresa che in quel tratto funge da confine di Stato.
IL NUOVO SMOTTAMENTO
Lo smottamento si è verificato ieri, in via Montegrino, a causa del forte maltempo. La strada rimane attualmente chiusa e l’unico modo per raggiungere la frazione é quello della strada statale 344dir verso il Tresa, tra Cremenaga e Luino. Sul posto sono arrivati nella mattinata di lunedì il primo cittadino Enrico Bianchi e un geologo per valutare la situazione del versante della montagna da cui si sono staccati i detriti e gli alberi che ora bloccano la strada.
VERSANTI FRAGILI
La zona è nota per diversi smottamenti che hanno riguardato le strade comunali quanto quelle provinciali proprio come la 344dir che una volta era la strada provinciale 61 “mangiata” una ventina di anni fa dall’alluvione che aveva ingrossato a dismisura il corso del Tresa- Le acque avevano distrutto decine di metri di asfalto e interrotto la strada fra Cremenaga e Cadegliano Viconago (Comune dove insistono diversi eventi franosi, come del resto vale per la stessa Cremenaga) obbligando frontalieri e residenti ad lungo un “giro dell’oca“ per muoversi. Testimonianza di questo problema, che eprsiste anzora oggi, è la recente frana all’altezza di Cremenaga che aveva bloccato la statale nel pomeriggio di lunedì.
LA FRANA DI LUINO
Nel frattempo rimane sorvegliata speciale la frana di Creva (non distante dall’altro fronte franoso che aveva provocato nel distacco di materiale più di un anno fa obbligando i residenti delle due palazzine di un condominio a rimanere fuori casa) non distante dalla centrale elettrica e per la quale vi sono due persone fatte allontanare dalla loro abitazione in via precauzionale. Questa mattina, attorno alle 8.30, è avvenuto un sopralluogo da parte dei tecnici.
L’OPINIONE DEI GEOLOGI
Nel frattempo sul punto interviene anche l’ordine dei geologi della Lombardia. «La frana di Luino è nelle vicinanze della centrale Enel, causando preoccupazione per la sicurezza delle aree circostanti. Le autorità locali stanno monitorando la situazione e si consiglia di evitare di avvicinarsi alla zona interessata. Fortunatamente le condizioni meteorologiche in forte miglioramento rispetto ai giorni scorsi non dovrebbero aggravare la situazione. La frana i Luino è conosciuta da diversi anni da parte dei professionisti della zona di Varese, si tratta di un lento movimento di materiale terrigeno sul substrato roccioso di natura e tipo molto complesso», spiega Federica Ravasi, Vice Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia.
«La presenza attiva del geologo sul territorio è fondamentale per prevenire situazioni di pericolo e garantire la sicurezza delle persone e delle infrastrutture. Il suo lavoro costante e accurato è essenziale per monitorare e prevedere evoluzioni dell’evento franoso nonché mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza della popolazione di Luino e limitare i danni causati dalla frana con efficacia e tempestività: è un punto di riferimento imprescindibile per le autorità locali e la popolazione. Si pone un tema che non riguarda solo il territorio della Lombardia, ma anche altri territori ed è quello di un dissesto idrogeologico che minaccia anche infrastrutture strategiche. Pensiamo ad esempio anche quanto è accaduto in Campania con l’interruzione della linea ferroviaria Foggia – Caserta», conclude Ravasi
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