Treni in ritardo intorno a Milano, ma non “scatta” il rimborso ai pendolari. “Regione riveda le regole”
Il nuovo sistema di "indennizzo", introdotto al posto del bonus, prevede una soglia più alta per definire in ritardo un treno. Astuti: "Regione risparmia sulla pelle di chi viaggia". I pendolari lanciano una nuova petizione
Una quota di treni in ritardo o cancellati pari anche a quasi il 9% del totale, ma nessun rimborso. È la situazione dei pendolari delle linee del Varesotto e dell’Alto Milanese dopo l’introduzione del nuovo sistema di “indennizzo” voluto da Regione Lombardia.
Lo denuncia il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, con i numeri alla mano. «Che il nuovo tipo di rimborso elargito da Trenord ai pendolari che subiscono ritardi e soppressioni fosse una vera beffa lo avevamo già detto: non solo non è più automatico e deve essere richiesto dall’utente attraverso una procedura molto più complessa, ma cambia anche il calcolo dei disservizi e diventa molto più difficile ottenerlo perché, se prima erano considerati i ritardi di oltre cinque minuti, ora si considerano quelli di oltre quindici minuti».
Se si guarda al servizio effettivo nel mese di gennaio delle linee lombarde – sottolinea Astuti – «oggi risultano sotto lo standard qualitativo soltanto tre direttrici, mentre con il vecchio metodo sarebbero state venti», tra cui alcune delle linee che servono il Varesotto.
I dati di gennaio delle linee tra Varesotto e Alto Milanese
E veniamo dunque ai numeri citati come esempio: «La linea P.to Ceresio-Varese-Gallarate-Milano, con 1.141 treni programmati, ha collezionato 59 ritardi superiori ai 15 minuti e 6 soppressioni, raggiungendo il 5,70% di disservizi» (situazione simile alla Milano-Gallarate-Domodossola, 5,76% di treni irregolari). Peggio fa la S5 – “il Passante” – con il 6% di irregolarità, un disagio per chi abita nell’Alto Milanese, nelle popolose cittadine di Parabiago, Vanzago, Canegrate.
E «peggio ancora la Luino-Gallarate-Milano che, con 881 treni programmati, ha subito 55 ritardi e 23 soppressioni, raggiungendo l’8,85%» di treni “irregolari”.
Simile è anche la performance negativa della linea Laveno-Varese-Saronno-Milano che si attesta «all’8,70%»: su 2.437 treni programmati, ha subito 166 ritardi e 46 soppressioni.
Tra Basso Varesotto e Alto Milanese 5,94% dei treni irregolari anche sulla linea Milano-Saronno-Novara (che serve anche Busto Arsizio, Vanzaghello, Castano Primo e Turbigo) mentre migliore – 4% – è la situazione dei treni Milano-Malpensa, che servono anche cittadine come Ferno-Lonate Pozzolo o Rescaldina.
“Risparmi sulla pelle di chi viaggia”
Le segnalazioni, secondo Astuti, confermano la lettura secondo cui «con questa operazione si fanno risparmiare quattrini all’azienda regionale sulla pelle dei poveracci che ogni giorno devono prendere il treno per lavoro o per studio e che si sentono presi in giro ripetutamente. Una operazione che non incentiverà certo il trasporto ferroviario lombardo, anzi».
La denuncia del consigliere Pd arriva nei giorni in cui anche il fronte dei rappresentanti dei pendolari si è attivato con una iniziativa specifica, una petizione (lanciata da Raffaele Specchia e pubblicata su change.org) che chiede di «rimodulare il nuovo indennizzo rivedendo le condizioni», ma anche «rendendo la misura realmente fruibile anche per gli abbonamenti integrati IVOL, IVOP e STIBM in base al concetto di tratta abitualmente frequentata, per una maggiore equità e rispetto di chi paga un servizio».
Una delle criticità sollevate dai pendolari e dai viaggiatori frequenti era infatti l’esclusione di alcune forme di abbonamento – come quello “flat” Io Viaggio Ovunque in Lombardia – ma anche i limiti di calcolo legati alla tariffa suburbana integrata Stibm.
Anche questa petizione cita il dato di sole tre direttrici che rientrano nei rigidi paletti del nuovo sistema di calcolo.
Ottengono il rimborso infatti i viaggiatori di tre sole tratte in tutta la Lombardia: la Bergamo-Milano via Carnate (con ben 18,93% dei treni in ritardo oltre 15 minuti o cancellati, la Brescia-Piadena-Parma (linea secondaria della “Bassa”) con addirittura il 30,55%. Casi estremi dove effettivamente i pendolari ottengono l’indennizzo. Infine la Cremona-Treviglio con il 10.74% di corse irregolari.
Ma rimangono invece a secco di rimborsi quelli di altre direttrici, con punte notevoli di disagi come quelli vissuti sulla Asso-Seveso-Milano FN, che si attesta al 9.53% dei treni irregolari. Un treno ogni dieci in forte ritardo o cancellato.
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