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Dove non si vede la tv. Parte il censimento delle zone di montagna senza segnale

L'Unione delle Comunità Montane ha lanciato un censimento per mappare le zone impervie dove il segnale non arriva o arriva disturbato. Costringendo i residenti a dotarsi di impianti per ricezione satellitare e connessione wifi

Graglio Val Veddasca

«Qui il cellulare non prende e la tv non si vede». Càpita di tanto in tanto, in montagna, di sentirselo dire: ci sono zone “oscurate”, senza segnale. E altre dove invece è la vicinanza al confine a complicare le cose, con le interferenze che vengono dagli impianti stranieri. Una situazione che riguarda anche Varesotto e zona dell’Ossola, per orografia e per vicinanza alla Svizzera

Ma di quante località parliamo?
Lo vuole capire l’Uncem, l’Unione delle Comunità Montane, che ha lanciato un censimento partecipato – con adesione volontaria – per capire dove ricevere il segnale televisivo è complicato.

«I recenti cambi di frequenza hanno complicato non poco la vita a chi vive in montagna o a chi possiede una “seconda casa” – dicono i responsabili di Uncem. – costringendo a comprare parabole e decoder, installarle sulle case per vedere la televisione».

Il satellitare è ad esempio necessario in val Veddasca, ripida valle tra il Lago Maggiore e la Svizzera: «Noi abbiamo la parabola e i decoder satellitari, perché con il digitale terrestre non c’è un buon segnale» racconta il signor Raffaele, che vive a Gorgonzola, nell’Est Milano, ma è villeggiante nei periodi di ferie a Graglio, uno dei quattro paesini dell’alta valle. «Col maltempo ovviamente la ricezione satellitare peggiora un po’, ma è la scelta migliore».

Altri scelgono invece, dove possibile, di sfruttare la rete di connessione wi-fi, che ripete il segnale sulla televisione. Uncem sottolinea comunque che si tratta di «un aggravio di costi non banale, un danno economico notevole», specie per i residenti stabili, se si considera che spesso le aree di montagna sono anche a basso reddito.

L’Unione Comunità Montane sta lavorando con la Rai, le società delle torri di ripetizione e i Ministeri, ma proprio per questo vuole ampliare al massimo il censimento. «Il dialogo esiste, è vivo. Ma occorre uno scatto. Capire dove la TV non si vede – come per i telefoni che non prendono – e intervenire. Con azioni della politica – investimenti in primis – e interventi dei broadcaster».

È il secondo censimento partecipato condotto da Uncem, dopo quello sulla copertura della rete della telefonia mobile: nel 2019 furono 1.450 le e-mail, ma la consultazione è stata rinnovata ancora lo scorso anno.

Pubblicato il 02 Agosto 2024
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