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23 settembre 1910, Geo Chavez e la sfortunata prima traversata delle Alpi

Ventitreenne peruviano-parigino, sfidò per primo le mute cime delle nevi perenni, le superò, ma fu tradito in fase di atterraggio

Geo Chavez

Un eroe d’altri tempi, coraggioso e pronto al sacrificio della vita: è la figura romantica di Geo Chávez, il ventitreenne pilota peruviano che per primo, il 23 settembre 1910, riuscì ad attraversare le Alpi su un aereo, sul percorso Briga-Sempione-Domodossola. Completò la traversata, ma perì nella manovra di atterraggio sui prati vicino a Domodossola.

Figlio di una facoltosa coppia di banchieri peruviani trasferitisi a Parigi, Chávez  aveva preso il brevetto nel febbraio 1910 alla scuola della famigli Farman, pionieri e costruttori di aerei. Compì la sua impresa, a settembre, su di un monoplano Blériot XI, spinto da un motore rotativo a pistoni da 50 cavalli, velivolo di grande successo dopo che il progettista – Louis Blériot – aveva completato su quella macchina la traversata della Manica.

Nel giorno dell’impresa decollò da Briga alle 13:29, sorvolò il valico del Sempione, poi le gole di Gondo, per imboccare la val Divedro e scendere poi verso la piana del Toce a Domodossola.

Al momento dell’atterraggio, a un’altezza di circa venti metri dal suolo, l’aereo precipitò di punta per l’improvviso cedimento della struttura alare, un guasto tecnico indipendente dal pilota ma forse derivato dalle sollecitazioni legate al passaggio in quota sul Sempione.

Geo Chavez
Foto dal sito dedicato geochavez.ch

Gravemente ferito, Chávez morì all’Ospedale San Biagio di Domodossola. Le sue ultime parole furono: «Arriba, siempre arriba», «in alto, sempre più in alto», raccolte  dall’amico e connazionale Juan Bielovucic Cavalié. Chávez venne sepolto nel Cimitero del Père-Lachaise a Parigi, dove viveva la famiglia, ma i resti furono traslati poi in Perù, in un mausoleo.

Geo Chavez

A Domodossola è ricordato da due diversi monumenti, uno del 1925 nella piazza omonima (di fronte alla caserma degli Alpini, oggi della Guardia di Finanza) e uno nei prati dove avvenne l’incidente, del 1935, che sostituì un primissimo cippo posato nel 1911. A lui è dedicato anche l’aeroporto di Lima, principale scalo del Perù.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 23 Settembre 2024
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