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“Camminiamo a testa alta grazie a chi ha scelto lo Stato”: Tina Montinaro accolta da Laveno Mombello

L'attentato a Falcone strappò alle proprie famiglie anche gli agenti della scorta che morirono accanto al giudice: tra loro c'era Antonio Montinaro, poliziotto di appena 29 anni, che lasciò vedova la moglie Tina e orfani i due figli della coppia. Da 15 anni si impegna anche a Laveno Mombello e oggi ne è diventata cittadina onoraria E proprio Tina Montinaro, da allora, è diventata una delle grandi testimoni di quell'epoca,

Sono passati oltre trent’anni da quel giorno – era il 23 maggio 1992 – l’autostrada A29 saltò per aria all’altezza dello svincolo di Capaci uccidendo il giudice Giovanni Falcone, in uno dei tremendi attacchi che la mafia siciliana portò in quei mesi allo Stato. Un attentato che strappò alle proprie famiglie anche gli agenti della scorta che morirono accanto a Falcone: tra loro c’era Antonio Montinaro, poliziotto di appena 29 anni, che lasciò vedova la moglie Tina e orfani i due figli della coppia.

E proprio Tina Montinaro, da allora, è diventata una delle grandi testimoni di quell’epoca, portando in giro per l’Italia il proprio coraggio e la voglia di non dimenticare quegli eventi e quelle persone che hanno sacrificato la vita per proteggere la legalità. Montinaro ha trovato una sponda importante a Laveno Mombello, a 1.500 chilometri da Capaci, dove da oltre 15 anni va in scena la “Giornata della Legalità” voluta dal professor Leonardo Salvemini.

Un appuntamento che negli anni si è sempre più consolidato, spostandosi nelle ultime edizioni dall’istituto “Galileo Galilei” diretto appunto da Salvemini, nelle sale del municipio lavenese. Quella Villa De Angeli Frua dove oggi – venerdì 28 marzo – il sindaco Luca Santagostino ha conferito la cittadinanza onoraria (per decisione unanime del consiglio comunale) a Tina Montinaro, intervenuta per l’ennesima volta sul Lago Maggiore per partecipare alla giornata della legalità 2025.

«Ritengo di avere solo una grande fortuna – ha detto Montinaro nel proprio intervento – Quella di avere sposato un poliziotto che con la sua scelta ha dato la possibilità a me e ai nostri figli di camminare a testa alta per il nostro Paese. Per la mia attività giro l’Italia, ma Laveno è nel mio cuore perché ho iniziato qui a raccontare la mia testimonianza. Mi fate sentire sempre a casa, mi riempite il cuore e mi date la forza di portare avanti la memoria di tutti i nostri caduti».

«Quando ci confrontiamo con la legalità nel quotidiano, ci accorgiamo come sia difficile praticarla – ha sottolineato il professor Salvemini – Nelle piccole azioni talvolta anche noi rischiamo di infrangere le regole: per questo la legalità deve entrare nel nostro cuore e orientare le nostre azioni fin dalle cose più semplici. Da qui partimmo, 15 anni fa, per questa avventura della Giornata della Legalità, cercando di rimodulare l’educazione dei giovani affrontando temi che non sono semplici».

E i richiami alla legalità nella vita quotidiana arrivano dagli interventi degli altri ospiti a partire dal presidente della Regione, Attilio Fontana, e dall’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia (che hanno inviato un video), proseguendo con l’onorevole Andrea Pellicini, con i consiglieri regionali Giacomo Cosentino e Romana Dell’Erba. La dottoressa Elena Fumagalli ha rappresentato il tribunale di Varese mentre Felice Romano ha portato il punto di vista del SIULP. All’incontro ha partecipato un folto gruppo di studenti del “Galilei”, come da tradizione, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine, presente anche il Questore Carlo Mazza.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Marzo 2025
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