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Le ocarine del golfo Borromeo: il Cammino del Lago Maggiore giunge alla terza tappa

Continua l'avventura attorno al lago, ecco il racconto della camminata da Stresa a Intra

Diario lago maggiore

Terza tappa per il giro inaugurale del Cammino del Lago Maggiore. Alle 8 del mattino il gruppo si raduna all’imbarcadero di Stresa: 33 zaini che si preparano a circumnavigare il Golfo Borromeo.

Ancora una volta, la giornata si apre sotto il sole e la brezza primaverili, clima perfetto per affrontare questa nuova tappa di Cammino. Iniziamo con un piacevole tratto di lungolago, poi, per lasciare il centro abitato, attacchiamo la prima salita della giornata, intensa ma che presto si fa perdonare con una vista mozzafiato sul golfo: le isole Bella, Madre e Pescatori sembrano quasi sospese sull’acqua.

Ci muoviamo nel bosco, poi attraversiamo il piccolo borgo di Romanico, ci lasciamo alle spalle il centro di Baveno e il suo lungolago affollato per dirigerci verso la Torraccia di Feriolo, una torre medievale isolata, immersa nel verde di un bosco a picco sull’acqua. Un tempo questa torre sorvegliava una porzione di lago ben più ampia: il Lago Maggiore si estendeva infatti più all’interno, includendo anche l’attuale Lago di Mergozzo, poi separato nel corso dei secoli dalle frequenti piene e alluvioni del fiume Toce. Oggi la Torre diroccata rimane a vedetta dell’imponente cava di granito rosa di Baveno, la pietra che ha reso questo villaggio costiero famoso in tutto il mondo, almeno tanto quanto i picasass, ovvero i suoi scalpellini.

Dopo una breve sosta ristoratrice, proseguiamo verso la Riserva Naturale di Fondotoce, importante zona umida dove il fiume Toce si getta nel lago. Ci muoviamo tra i canneti e la vegetazione fitta, accompagnati dal canto degli uccelli che qui si nascondono. La pioggia dei giorni scorsi ha danneggiato una parte del sentiero, costringendoci a tornare sui nostri passi – fortunatamente per poco -.

Ci lasciamo il canneto alle spalle per iniziare l’ascesa lungo una vecchia mulattiera, ombreggiata e ritmata da antiche cappelle votive, che porta a Cavandone. Il sentiero è piacevole e ben segnato, ma i chilometri macinati e la pendenza si fanno sentire (insieme all’ora di pranzo che rintocca nei nostri stomaci). Finalmente raggiungiamo la chiesetta della Natività e ci accoccoliamo all’ombra del Tasso secolare che da oltre 400 anni regala ombra ai viandanti di passaggio. È un vizio delle salite di questo Cammino, quello di far dimenticare la fatica non appena si volge lo sguardo al lago, sguardo che spazia sull’intero golfo, ci rallegriamo della tanta strada già percorsa e di quanto il brulicare dei turisti sulla costa ci appaia già lontanissimo. Siamo in una piccola oasi di pace e pare che ad accorgersene prima di noi sia stata Johanna Spyri, l’autrice del famosissimo libro Heidi, la quale era solita soggiornare a Suna e che a Cavandone dedica alcuni passi.

Prima di ridiscendere verso Suna, dobbiamo però raggiungere il centro di Cavandone, per un momento speciale: l’incontro con il laboratorio dei ceramisti Patrizia e Claudio, che da 30 anni lavorano come artigiani di altissimo livello in questo piccolissimo borgo. In particolare, Claudio è uno dei più importanti costruttori di ocarine in Italia e i suoi strumenti, da qui, sono partiti per girare tutto il mondo.

Dal centro di Cavandone iniziamo la discesa verso il lago. Lungo il percorso incontriamo un’altra torre di avvistamento medievale. A differenza di quella di Feriolo, questa torre è restaurata e oggi proprietà privata. La storia si fonde con la leggenda che narra come D’Annunzio sia riuscito con l’inganno a “vendere” la torre in cambio di un busto del famoso scultore Troubetzkoy (la cui gliptoteca è oggi custodita al Museo del Paesaggio di Verbania); peccato che la torre non fosse di sua proprietà! Qui il panorama si apre di nuovo: si possono ammirare numerose ville storiche e, in particolare, l’Isola di San Giovanni. Quest’isola è nota perché, tra il 1927 e il 1952, fu la residenza del direttore d’orchestra Arturo Toscanini, che visse nello storico Palazzo Borromeo.

L’arrivo a Intra conclude una tappa lunga ben 25 km, i volti dei partecipanti riflettono quella miscela di stanchezza e gratitudine tipica di quando si è portata a compimento una bella impresa… a compimento, per oggi. Domani infatti il gruppo ripartirà alla volta di Cannobio, e poi ancora oltre, fino a concludere l’intero giro del lago, tra una settimana esatta. La stanchezza inizia a farsi conoscere, ma non vediamo l’ora di scoprire quali altri regali ci vorrà fare questo grande viaggio.

Il Cammino del Lago Maggiore è promosso da tracciaminima aps.

Da oggi sul sito dedicato al Cammino del Lago Maggiore trovate anche la descrizione di questa tappa: https://www.camminolagomaggiore.it/tappa-orario/stresa-intra/

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Pubblicato il 27 Aprile 2025
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