5 milioni di mascherine ai cittadini del Piemonte
La distribuzione delle mascherine acquistate da Regione Piemonte inizierà dopo il 25 aprile per concludersi ai primi di maggio
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La Regione Piemonte ha deciso di acquistare 5 milioni di mascherine lavabili e riutilizzabili 10 volte da distribuire a tutta la popolazione piemontese.
L’appalto per la fornitura è stato vinto da tre aziende piemontesi, e il costo di 6 milioni di euro sarà coperto grazie a parte delle donazioni giunte sul conto corrente attivato per l’emergenza Coronavirus.
Per garantire la copertura economica necessaria, è stata predisposta una modifica della legge 14 sulla Protezione civile e al bilancio di previsione, approvata in via definitiva il 16 aprile dalla Commissione consiliare Bilancio.
«Ringraziamo – hanno commentato il presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori Marco Gabusi e Luigi Icardi – tutti i capigruppo del Consiglio regionale per la sensibilità dimostrata e la generosità di chi ci ha permesso con le proprie donazioni di coprire la spesa. Prima di rendere le mascherine obbligatorie era, infatti, fondamentale poterle garantire a tutti, ancor più in vista della fase di ripartenza».
«Si è voluto inserire – ha affermato il presidente Cirio – questa previsione di acquisto all’interno di una legge affinché rimanga come gesto di responsabilità verso i cittadini e anche per garantire la trasparenza e la tracciabilità dell’impiego delle donazioni ricevute».
La distribuzione delle mascherine inizierà dopo il 25 aprile per concludersi ai primi di maggio. «Dopo aver interpellato Poste italiane, farmacisti e sindaci – ha affermato l’assessore Gabusi -, è apparso evidente come il sistema migliore sia l’intervento diretto dei comuni affiancati dalla Protezione civile perché capillare e direttamente al domicilio dei cittadini. Qualora però, i comuni più piccoli riscontrassero difficoltà organizzative potranno segnalarlo alla Città metropolitana e alla Consulta delle province per ottenere un supporto, mentre in altri casi la Regione potrà farsi tramite per coinvolgere anche Poste italiane».
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