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25 aprile, a Verbania la Liberazione arrivò in anticipo

La città fu tra le primissime del Piemonte ad essere liberata dai partigiani, che avevano due brigate molto efficienti. Tre giorni di combattimenti e poi la festa sul lungolago e a Villa Caramora

Generico 2018

23-24 aprile 1945: Verbania tra le primissime città del Piemonte a liberarsi. La prima in assoluto, in contemporanea a Biella se si guarda agli attuali capoluoghi di provincia: qui come in tutto il Piemonte l’iniziativa dei partigiani anticipa l’arrivo degli Alleati.

L’attacco finale era iniziato il 21 aprile: la Divisione autonoma Flaim (dedicata a Mario Flaim, caduto nel rastrellamento del giugno ’44) aveva raccolto le forze tutto intorno a Intra. Dalla città erano stati richiamati – per fare da guida alle colonne – i ragazzi del Gruppo di Azione Partigiana guidato da Gianni Maierna e Arialdo Catenazzi, futuri presidenti dell’Anpi locale.

Il 21 aprile le forze della Divisione sferrarono il primo attacco a Intra, i tedeschi fecero fatto intervenire anche i carriarmati, che spararono anche sulle case di piazza Cavour uccidendo tre donne. Si era combattuto anche a Fondotoce, a Bieno, a Cavandone

Dopo essersi ritirati il 21, i partigiani tornano all’attacco il 23. I fascisti sono quasi allo sbando, hanno fatto molti arresti nella giornata del 22, quasi a casaccio, ma rimangono prevalentemente dentro a Intra, che allora era circondata da fortini nei punti di accesso (al Plusch, al ponte verso Miazzina e così via).

I nazifascisti tentano di spostare truppe in battello da Laveno, ma il battello Alpino viene bersagliato dalle raffiche dei partigiani: la città è di fatto isolata. Nella notte le truppe tedesche lasciano Intra e il 24 i due battaglioni della Flaim entrano in forze in città.

La resa del presidio di Pallanza arriva poco dopo, mentre a Fondotoce si combatte duramente fino al 25, perché bisogna fermare i tedeschi in ritirata. Allora non si sapeva che la Germania stava cedendo e anzi una delle ipotesi è che i nazifascisti si trincerassero sul Ticino, dove era già pronta da mesi una linea di postazioni e trincee: la guerra poteva durare ancora settimane, se non mesi.

A Intra la festa fu subito grande, perché le due brigate erano composte quasi tutte da ragazzi del posto. La Liberazione a Verbania fu ordinata, anche se ovviamente non mancarono le fucilazioni dei criminali più compromessi. Addirittura le reclute della Decima Mas repubblichina (qui considerata più “dialogante” rispetto ad altri reparti fascisti) furono impegnate a mantenere l’ordine nel pomeriggio del 24, a fianco dei partigiani.

Molti dei partigiani della Flaim lasciarono presto Verbania, dopo il 24 aprile: tra il 25 e il 27 passarono  a Laveno in traghetto, con il compito prima di scendere verso Varese e Milano. Successivamente furono mandati a contrastare una colonna tedesca a Como, ma per fortuna non ci furono scontri.

Un filmato girato dal fotografo Silvio Morra mostra molti dei protagonisti: Mario Muneghina, piccolo di statura e determinato; Armando Calzavara “Arca”, rosso di capelli, audace e gioviale; la sua futura moglie Gloria Tranquillini, allora quindicenne, poi medico all’ospedale. E ancor tanti volti di ragazzi che nei mesi precedenti avevano lottato, giorno dopo giorno, contro il fascismo, per la fine della guerra e per la democrazia.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Aprile 2020
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