I sorrisi dei partigiani innamorati chiudono il racconto di Ossola ’44
Si chiude il viaggio di Ossola '44, la pagina Facebook curata da Roberto Morandi e dedicata alle vicende della Resistenza tra le Valli Ossolane e le rive piemontesi del Verbano
Si è chiuso oggi, con una splendida fotografia, il viaggio di Ossola ’44, la pagina Facebook dedicata alla ricostruzione delle vicende della Resistenza, dalle montagne al lago, dalle Valli Ossolane alle rive del Verbano. Un racconto quotidiano, curato con passione dal giornalista di VareseNews, Roberto Morandi, che ha ripercorso la storia verso la Liberazione, iniziata 76 anni fa con fotografie, testimonianze, interviste e documenti storici.
Quella di Ossola ’44 è un diario di quei giorni passati le cui pagine partono dalle storie dei protagonisti e da quelle dei luoghi che hanno fatto da teatro a battaglie, ritirate, gesta eroiche e sacrifici. Luoghi che conosciamo bene oggi per la loro bellezza, che caratterizza questo territorio fatto di laghi e montagne, ma che in quel momento sono stati testimoni di fatti storici importanti: dal rastrellamento della Val Grande all’esperienza della Repubblica dell’Ossola, dalle stragi naziste sul Verbano alla fine della Guerra con un paese da ricostruire.
Di seguito il racconto di questa bellissima ultima foto (fonte Anpi Verbania):
“Sono passati sei anni dalla fine della guerra: sorridono Armando Calzavara, il comandante “Arca”, e Gloria Tranquillini. Si sono conosciuti durante la Resistenza, quando Arca braccato si rifugia nella casa dei Tranquillini, la “Baita delle Gardenie”. La giovanissima Gloria combatte con la Cesare Battisti, finisce anche prigioniera delle Brigate Nere, viene fatta evadere dallo stesso Arca. Ma quando arriva la pace è considerata ancora una ragazzina: la Legge di allora considera i ragazzi ancora “minori” fino all’età 21 anni, molti non voteranno neppure nelle prime elezioni libere (sarà la prima delusione). Il matrimonio tra Arca e Gloria arriva nel 1951, ancora attorniati da altri partigiani che in pace sono rimasti amici. Gloria sta studiando medicina, Armando negli anni precedenti è stato anche a Londra, ha ritrovato anche il suo compagno d’armi Enzo Plazzotta “Selva”, che là fa lo scultore. Il legame dei due anni di Resistenza restano nella storia di tutti, in alcuni anche come unioni nella vita, nate da quei mesi così imprevedibili: così l’infermiera Maria Peron – veneta di origine, finita sui monti della Valgrande passando dall’ospedale di Niguarda – sposa il 5 agosto 1945 il georgiano Laurenti Giapparize, strappato alla sua terra dai tedeschi, spedito in Italia e qui passato nelle file della Resistenza. «Tante ferite da curare, tutto un Paese da ricostruire»*. Partigiani, patrioti, staffette o anche solo civili che passano un pezzo di pane. Tutto questo è stata la Resistenza. E se nel 1945 è finita, se tante speranze sono rimaste deluse, la sua storia continua fino ad oggi e non metteremo qui la parola Fine”
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.