“Ospiteremo in sicurezza solo pazienti in via di guarigione”
Il gestore del "Soggiorno Alpino" chiarisce come funzionerà l'isolamento all'interno della struttura: "Le persone vivrebbero in camere isolate senza possibilità di contatto con altri ospiti"
A seguito del comunicato emesso dall’Asl Vco in cui si comunica che l’unica offerta pervenuta dalla direzione di una struttura ricettiva in grado di ospitare per la quarantena pazienti affetti da Covid-19, tutte persone che non possono isolarsi a casa propria senza rischiare di contagiare i relativi familiari, è stata quella presentata dalla ditta Augendi Srls di Milano, con una struttura ricettiva in Macugnaga, il “Soggiorno Alpino” in località Fornarelli.
L’Amministrazione comunale e gran parte della popolazione non gradiscono la scelta fatta dalla direzione del “Soggiorno Alpino”. Il chiarimento di Marco Bianchini, responsabile della struttura di Fornarelli.
Ci vuole fare il punto della situazione?
“Precisiamo che fino al momento in cui l’ASL non effettuerà il sopralluogo e darà la conferma, non siamo ufficialmente assegnatari del Bando.
Le trenta persone che potrebbero essere ospitate nella nostra infrastruttura sarebbero pazienti asintomatici, non critici o in via di guarigione, potenzialmente assistibili a domicilio che, in ragione del necessario isolamento ed in mancanza di supporto familiare e/o idoneità dell’abitazione, necessitano di essere ospitati in strutture appositamente protette.
Le persone vivrebbero in camere isolate senza possibilità di contatto con altri ospiti. Il relativo personale sarà accuratamente istruito e preparato e il soggiorno sarà controllato direttamente dagli operatori dell’Asl Vco.
Bisogna ricordare che questa struttura ricettiva “Soggiorno Alpino” è una Casa per Ferie di un Ente Ecclesiastico della Diocesi di Milano affidato in gestione ad una società di servizi che da anni si occupa della gestione delle strutture ricettive extra-alberghiere degli enti religiosi.
Queste strutture sono per lo più adibite a soggiorni dedicati ai gruppi, alle famiglie, alle parrocchie, agli enti non profit, alle associazioni sportive e offrono un servizio alberghiero in stile famigliare e adeguato alle esigenze e accoglienza che di prezzo, per chi non può permettersi soggiorni negli alberghi o che condivide comunque lo spirito dei gruppi.
Io mi occupo specificatamente di questo settore anche in virtù di diversi incarichi per associazioni Nazionali legate alle Case Religiose e Case per Ferie (FIES e CITS) e c/o la Pastorale nazionale del Turismo della CEI, con il compito di chiarire sia le questioni normative (leggi e regolamenti) sia per la corretta gestione in virtù di diverse problematiche legate alle difficoltà del settore.
In questo momento di crisi e di previsione futura assolutamente negativa (sarà difficile poter ospitare gruppi nei prossimi mesi ) abbiamo pensato di poter offrire la nostra struttura per un bisogno “sociale” dettato dall’emergenza COVID-19, dopo aver attentamente letto le direttive del bando che prevedono la clausura completa degli ospiti nelle proprie stanze per tre settimane, con servizio dei pasti in camera e pulizie con turni organizzati; l’ospitalità non avrà alcuna ripercussione sulla popolazione locale.
La struttura è assolutamente idonea allo scopo in quanto dispone di ampie camere con servizi (solitamente previste per tre o più persone). Saranno inoltre garantiti anche gli altri servizi utili e necessari ad un confortevole anche se segregato soggiorno (cucina e bar interni solo per ospiti della casa).
La nostra disponibilità vuole essere un contributo utile e necessario per supportare il sistema sanitario locale al fine di mettere in campo tutti i mezzi a disposizione per fronteggiare un’emergenza sanitaria senza precedenti che richiede il massimo impegno, sia morale che materiale, da parte di tutti”.
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