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”La lotta alle mafie non è al primo posto nell’agenda politica”

A "Sentieri e pensieri" il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri ''fotografa'' la situazione sulla criminalità in Italia

‘’Mi affascina l’ordine e la pulizia di questi luoghi e per questo vi ammiro, ma tutto ciò non basta. Le mafie 2. 0 uccidono meno ma fanno altri tipi di reato: vendono droga e comperano tutto e tutti. E la ‘ndrangheta è stata la più intelligente delle mafie. Ad esempio, sa che in uno dei tre gradi di giudizio può avere uno sconto e per questo ritiene di non doversi scontrare con lo Stato. Mentre Totò Riina è stato un folle ed è stato l’uomo più odiato di Cosa Nostra. La sua politica è stata perdente perché lui voleva dettare l’agenda’’. Attacca così Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, uno dei magistrati più esposti nella lotta alle mafie.

Parte da un apprezzamento alla Valle Vigezzo che lo ospita per la rassegna ‘’Sentieri e pensieri’’. Ad ascoltarlo venerdì sera, 500 persone, in un parco, quello di Villa Antonia, blindato da forze dell’ordine e soprattutto dalla scorta che segue il magistrato, che non lo molla un attimo e tiene sotto controllo ogni persona che lo avvicina, fotografi compresi.

Così Gratteri parla della purezza trovata in Vigezzo, un aspetto esteriore che non basta,ma che serve per dire che la mafia arriva ovunque. ‘’Anche in Piemonte – spiega – dove esiste sin dagli Anni Settanta.  Anche se le forze dell’ordine torinesi poi hanno fatto un buon lavoro’’.

Parla del ruolo della politica. ‘’Non vedo interesse nel contrasto alle mafie – afferma – . Lotta che non è al primo posto nell’agenda è politica: il malaffare non è mai stato una priorità. Perché creare un sistema giudiziario forte, oltre a contrastare ogni tipo di mafia diverrebbe efficace anche per i reati contro la pubblica amministrazione’’. Dice che ‘’il 416 bis è ancora attuale e va mantenuto’’.  Mette in guardia dalla potenza del denaro illegale ‘’che può comperare tutto. Anche tv e giornali e con questi condizionare e fuorviare l’opinione pubblica’’.

Uno dei problemi è che in Italia ‘’non ci si scandalizza più per nulla e si dimentica tutto il giorno dopo. Oggi non si arrossisce neppure se ti arriva un avviso di garanzia’’.  I tempi cambiano perché ‘’è il politico che va cercare il mafioso mentre una volta era il mafioso che andava dal politico col cappello in mano. E la politica è distante dal quotidiano e si scoccia a parlare col popolo’’.

Parla anche dei colleghi magistrati. ‘’Mi auguro che tutti abbiano scelto di fare questo lavoro perché lo amano, perché vogliono fare qualcosa per la Nazione, per la collettività’’.  Per Gratteri, il numero di giudici e pubblici ministeri è sufficiente ‘’solo andrebbero distribuiti meglio’’. Come riformare il Csm dopo i recenti scandali? ‘’Io per eleggere i membri  farei col sorteggio. Via chi ha avuto procedimenti o ha ritardato  on sentenze o scadenze dei termini: e poi il sorteggio per la parte restante dei magistrati. Un sistema per far perdere forza ai centri di potere’’.

Racconta che con lui la Procura di Catanzaro è cambiata: con magistrati e uomini delle forze dell’ordine che oggi chiedono di andare a lavorare a Catanzaro.  Smonta la diceria che ‘’i calabresi sono omertosi. Non è vero, solo che non sanno con chi parlare. Ma se hanno l’interlocutore giusto, parlano. E lo fanno con chi trasmette  loro sicurezza. Non a caso i calabresi, secondo l’Istat, sono quelli che più hanno fiduca nella Giustizia’’.

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Pubblicato il 22 Agosto 2020
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