In centinaia per l’ultimo saluto a Erminio Ferrari
Commozione e sgomento per la tragica scomparsa del giornalista e scrittore amante della montagna
In centinaia, questa mattina, hanno affollato il campo sportivo dell’oratorio per l’addio al giornalista e scrittore Erminio Ferrari, vittima di un incidente in montagna durante un’escursione al Pizzo Marona. In tanti hanno voluto condividere il dolore della moglie Simona, dei figli Tazio e Marta, della sorella Alba. Un pensiero per tutti alla madre Ausilia rimasta a casa, in apertura della mesta cerimonia, il parroco don Mauro Caglio. “Una perdita improvvisa e senza rimedio”, ha detto il sacerdote interpretando il sentimento di una comunità, quella di Cannobio, in seno alla quale Ferrari s’è sempre impegnato fin da ragazzo: “Musicista nella banda, volontario nel Soccorso alpino, si preoccupava di verificare se le campane fossero in ordine il giorno del Miracolo della Santissima Pietà. Gli consegnavo le chiavi del campanile e lui saliva fino in cima per controllare se tutto fosse a posto. Giornalista conosciuto in tutto il canton Ticino dove lavorava, scrittore di montagna”. D’oltreconfine sono arrivati i colleghi de La Regione Ticino, il quotidiano della Svizzera italiana del quale era responsabile della pagina esteri, ringraziati dal figlio Tazio in chiusura di cerimonia.
A portare a spalla la bara sono stati i volontari della sezione di Cannobio del Soccorso Alpino. Prima della benedizione finale, e della traslazione al cimitero, i saluti “musicali”: “Signore delle cime”, cantata dal coro parrocchiale, per sottolineare l’amore per la montagna; “Bella Ciao”, suonato dalla banda, per ricordare il lavoro di ricerca storica sulla Resistenza : infine la canzone “La bricolla”, un omaggio a “Contrabbandieri”, il suo libro più noto con “In Val Granda”.
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